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Inviato da avatar Luciano Vacca il 05-02-2016 alle 01:28

Pensiamo ad una ipotetica passeggiata nel nostro quartiere toccando alcune zone dove la nostra osservazione permette una riflessione su cosa c’è da fare per mettere in sicurezza quel luogo e le persone, che sono lì davanti ai nostri occhi.

Intanto c’è da sottolineare che quando noi parliamo di sicurezza, dobbiamo pensare ai diversi tipi di sicurezza che i cittadini dovrebbero far riferimento: dalla sicurezza dei lavoratori alla sicurezza stradale, dalla sicurezza degli impianti alla sicurezza dell’ambiente, dalla sicurezza della rete alla sicurezza personale. Ma ci sono molti altri tipi di sicurezze da prendere in considerazione che solo per brevità non cito.

Possiamo anche dire che la sicurezza non è concetto avulso né alla società in cui viviamo: basterebbe spostarsi in un’altra parte del mondo e la percezione di sicurezza cambierebbe; né è avulso dal contesto sociale in cui viviamo: se noi ci spostiamo nella stessa città da una zona ad un’altra dove sono maggiormente presenti alcuni gruppi sociali oppure anche alcune etnie, il nostro sentirci più o meno sicuri cambia.

Ma la sicurezza non è neanche avulsa dalla dimensione del tempo: non è affatto vero che se andiamo indietro nel tempo le città erano più sicure, come i nostri nonni ci raccontano, erano invece meno sicure, molto meno sicure, anche se gli individui si sentivano più sicuri per effetti di carattere psicologici e sociologici. Basterebbe ricordare a come era alta la soglia del controllo sociale da parte del gruppo di appartenenza.

Fatte queste premesse, avviamoci in questa passeggiata e per darle un pizzico di brivido la compiamo di sera tardi partendo da viale Zara uscendo dalla metropolitana Lilla, l’ultimo gioiellino del comune di Milano. Da questo viale parte un’altra strada, viale Marche che attraversata piazza Maciachini per poi prendere nome di viale Jenner, famosissimo a Milano perché fino a quando non c’erano luoghi di culto per gli appartenenti alla religione islamica questi ultimi si mettevano in ginocchio sul marciapiede di questo viale a pregare. Ma torniamo su viale Marche. Le corsie di marcia di questo viale vengono divise da un grosso spartitraffico alberato dove parcheggiano le auto. Il fondo è tutto sconnesso da grosse buche che d’inverno si riempiono d’acqua spaccando le gomme delle auto mentre invece d’estate sono ben visibili cocci di vetro rotti. Di notte è al buio completo non essendoci alcuna illuminazione. In questo spartitraffico si compiono azioni più o meno criminose che vanno dal danneggiamento delle auto per rubare qualcosa all’interno degli abitacoli allo spaccio di piccole dosi di droga, oppure a consumare veloci rapporti sessuali a pagamento, visto le diffusa prostituzione nelle vie laterali, come in via Murat o in via Lario. Ma il capitolo della prostituzione lo toccheremo successivamente, è un capitolo molto delicato, perché la prostituzione in queste vie non è molto vistosa come in altre. Ne scopriremo le ragioni.

Dopo piazza Maciachini questo grosso spartitraffico continua su viale Jenner, dove la situazione è leggermente migliore. Per lo meno c’è un po’ di asfalto centrale, gettato molto velocemente, ma rimangono gli enormi buchi dove parcheggiano le auto. Ma la situazione per quanto riguarda le attività criminose rimane la stessa.

..... continua

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