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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 20-03-2016 alle 18:38

Buonasera.

E’ tuttavia lecita una riflessione sull’intero progetto metropolitano a riguardo delle opere che dovrebbero essere senz’altro condivise con la cittadinanza in virtù del buon senso prima ancora delle varie leggi e decreti ecc.

Di questo ci sono molte verità nel post del signor Natale.

Non è facile entrare nel merito delle scelte tecniche a causa della parzialità delle informazioni, tuttavia molto ci sarebbe da dire non solo sull’attuazione e programmazione dei cantieri in superficie, ma anche su determinate scelte progettuali che non sono date a sapere " ai più " in quanto molto tecniche e quindi poco comprensibili ai " non addetti ai lavori ".

E’ invece certo che le linee attuali appaiono sufficienti al trasporto verso il centro della città e che sarebbe meglio concentrarsi sulla rete esterna in proiezione della città metropolitana e dello sviluppo demografico versus le attuali periferie che presto si uniranno a quelle aree urbane oggi fuori dal comune di Milano ( ma in alcuni casi lo sono già ) che presto saranno comprese nella città metropolitana.

Non a caso l’assessore Maran nel Pums ha parlato di una progettualità in incubazione, una sorta di acceleratore virtuale di idee da concretizzare nei prossimi 10 anni ( per esempio la M6 che collegherebbe il nord ovest con il sudest della città ).

Chissà quando e sé verrà realizzata.

Una linea che potrebbe essere di grande aiuto anche dal punto di vista occupazionale, una persona del nord di Milano difficilmente oggi cerca lavoro a sud di Milano solo per un problema di percorrenze e spostamenti.

Bene la linea verso Monza oramai già in programmazione, poi la linea su Linate programmata per EXPO poi slittata per non gravare sulla gestione di EXPO ( mi scuso per l’apparente paradosso ).

Molte idee sono partite durante la giunta Moratti e responsabilmente sono state rilanciate dall’attuale giunta pur con correzioni, questo è un buon esempio di responsabilità politica oltre ché onestà intellettuale, ma c’è da fare ancora molta strada verso i municipi(CDZ ) che spesso sono poco informati e di fatto incapaci di rispondere alle domande della cittadinanza, come nel caso della sopraccitata tratta su Linate che impegna non poco il suolo in superficie causando molti disagi ai residenti.

E’ forse troppo parlare dell’ideale illuministico per rilanciare il concetto di mobilità delle idee?

A mio avviso no, c’è una parte di cittadinanza che oggi più di ieri è in grado di capire e di essere partecipativa nel progettare il futuro della propria città, della propria zona abitativa, può essere il nodo di connessione con determinati ambienti sociali anche e solo per spiegare con parole semplici Le varie questioni in gioco.

Si parla del project finacing come fosse un " sancta sanctorum " delle pubbliche amministrazioni rispetto alle opere pubbliche, ma non è proprio così, o meglio sono molti gli aspetti da prendere in considerazione, le tempistiche legate alle penali, possono essere un deterrente che, nel caso specifico, sono anche servite, ma non è forse vero che la metro è ormai in regime di monopolio grazie al sodalizio di 2 grosse società sinergiche ad MM che è di fatto una " spin off " del comune. Il sodalizio si è reso possibile proprio grazie alle grandi opere sotto il suolo di Milano (ma anche Brescia ), grazie ad un criterio emergenziale giustificato con EXPO, salvo poi non essere direttamente connesse con EXPO.

Appare difficile pensare che non vi sia una sorta di "giro" nel quale qualcosa esce dalla porta e rientra dalla finestra visto il rapporto di mutua dipendenza tra chi si aggiudica il progetto e chi lo realizza.

Ma questi possono essere poco più che commenti al tema per il quale stiamo discutendo.

Posto che dal punto di vista tecnico/ingegneristico, il pacchetto "metrobus" è senz’altro molto avanzato ed esportabile, nel riprendere l’argomento, se si guarda la cartina di Milano ci si rende conto della concentrazione delle linee sui vettori centrali, quindi è del tutto lecito e auspicabile pensare invece ad un potenziamento periferico, per esempio una linea sulla circonferenza esterna di Milano che ben si presterebbe ad unire tutta la città in modo circolare, sarebbe anche realizzabile mediante tratte in superficie certo meno costose delle linee sotterranee e ben si presterebbe "al divenire" della città soprattutto in un ottica di prevenzione, è infatti auspicabile una lungimiranza citata anche nel post del Sig. Natale, non solamente finalizzata alla connessione territoriale, ma anche al dare una reale condizione di benessere sociale e di vivibilità urbana, connessa già a partire dai primi insediamenti extra urbe, in piena sinergia con l’urbanizzazione necessaria anche e non solo all’abitabilità delle singole residenze ecc.

Per esempio, presto saranno avviati i lavori della 4° corsia dinamica tra lo svincolo Certosa e Sesto S. Giovanni, un’opera da 227ML/€, blindata in quanto essenziale per Expo, si giustifica solo in un livello di congestione derivato dall’utilizzo del tratto per spostamenti interquartiere nell’area nord di Milano, tale flusso potrebbe essere ridotto con una linea circumviaria passante per i quartieri della cinta esterna riducendo così anche il livello di inquinamento già ai valori massimi ( nel progetto di Via si parla anche di inquinamento da gas di scarico oltre che sonoro ).

Basta guardare la cartina di Parigi ( in allegato ) per rendersi conto di che cosa hanno bisogno le grandi " ville " in espansione, per contro se si guarda a Roma, si ha la certezza di quali disastri siamo capaci, grandi aree periferiche completamente degradate ed isolate ( ma non è il caso di Milano almeno per il momento ), preda di fenomeni molto preoccupanti e poco consoni all’ideale umano del vivere.

Quanto e cosa si chiede in fondo, maggiore trasparenza, maggiore partecipazione, la capacità di vedere le potenzialità nella partecipazione cittadina a dispetto di un preconcetto che porta in sé un errore ed un potenziale elemento discriminatorio che si concretizza nel non dire niente o il meno possibile.

La difesa d’ufficio così arrembante del Presidente di MetroxMilano si giustifica solo nel ruolo dello scrivente, in quanto il successo di un'opera non trova tutti i giustificativi nel livello di gradimento degli utilizzatori perché sono parte % .

Tanto meno efficace l’attacco ai servizi di superficie che ad oggi, pur con molte tratte da rifare, sono gli unici a garantire la connettività urbana tra il centro e le periferie altrimenti condannate all’isolamento viario.

Certo che occorre fare una riflessione sulle sinergie e le strategie della rete urbana tutta, su questo il ruolo di Presidente potrà dare un valido contributo.

Gianluca Gennai

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