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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 14-05-2016 alle 19:15

Buonasera;

leggo una bella tesi di laurea magistrale della Facoltà di Ingegneria Edile – Architettura del Politecnico di Milano, fatta dall’allora laureande Spazia D’Onofrio ed Eleonora Rumi, della quale pubblico la parte iniziale nella speranza di far cosa gradita alle autrici ( in allegato ).

Il testo integrale può essere letto in rete.

La bella tesi non è che una delle tante proposte di riqualificazione della periferia milanese, questa riguarda una zona di Quarto Oggiaro.

Lo stesso Politecnico attraverso il DASTU (Dipartimento di architettura e studi urbani ) nato nel 2013 e dove svolge il ruolo di Docente anche l’Architetto Stefano Boeri, è molto impegnato in progetti di riqualificazione urbana nei quartieri di Milano e non solo in periferia.

C'è una parte del testo particolarmente ricca di richiami storici del quartiere, si scava nella storia per capire meglio cosa è possibile progettare in funzione di una realtà del posto fatta di luoghi e persone che li vivono, stando dentro ad una equazione che ha come elementi di calcolo, l’insieme dei fattori sociali positivi e negativi, il quoziente di miglioramento, le possibili tipologie di persone da inserire nel contesto sociale per migliorarne la qualità.

L’analisi sociale fatta nella tesi, del tutto realistica, porta ad una riflessione d’insieme.

Gli studenti, futuri ingegneri e architetti, sono la vera risorsa per portare nelle periferie progetti sostenibili e freschezza d’idee oltrechè studi dettagliati anche di tipo sociale, volti a migliorare anche la qualità della vita nelle zone maggiormente penalizzate di Milano.

Essi hanno l’ardire e la sincerità di mettere nero su bianco la realtà basata su numeri comparabili, su elementi di tessuto urbano analizzati con l’occhio di chi davvero vuole fare bene, di chi vorrebbe vedere realizzato il proprio lavoro.

Tuttavia, senza soffermarmi sul progetto, voglio sottolineare una parte dell’analisi fatta dalle brave ex laureande, circa la compatibilità del quartiere con alcune tipologie di possibili utenti delle abitazioni da Loro progettate.

L’idea di rivolgersi ad un mercato economicamente medio / basso ma socialmente differente dalla prevalente fascia proletaria ed extracomunitaria della zona, centra il problema sociale della periferia quartoggiarese dandone al tempostesso una soluzione.

In effetti il primo vero ostacolo da superare, è rendere appetibile la zona dal punto di vista economico, fornendo all’utente una serie di servizi e una serie di facilitazioni abitative rispetto alle proprie esigenze di vita ( lavoro, famiglia, scuole, servizi al cittadino, tempo libero,   ecc. ).

In questo caso Quarto Oggiaro, ma anche Musocco e Vialba citati nella tesi, data la loro vicinanza con il futuro polo di ricerca e studio che sarà realizzato nell’area di Expo, con il Politecnico in Bovisa, con la città della salute che sarà fatta al Sacco, sono quartieri che si trovano ad essere avvantaggiatissimi rispetto ad altre zone di Milano.

Questa potrebbe essere una straordinaria occasione di cambiamento del tessuto sociale nella zona, un volano per iniziare un progressivo inserimento di studenti, professori, tecnici ecc. in arrivo da varie parti d’Italia e del mondo, pronti ad essere i nuovi abitanti della periferia a condizione che i quartieri siano pronti ad accoglierli.

In questo occorre fare degli investimenti anche politici, occorre che il comune si faccia promotore di un processo di riqualificazione profonda n alcune zone di questi quartieri, ad oggi non del tutto degradate, dove il recupero urbanistico sia più facile, favorendo le imprese ad investire in costruzioni a basso costo ed alta efficienza, adattate agli studenti ed alle tante persone in trasferta che forse non hanno molte risorse economiche da utilizzare per l’alloggio e che presto arriveranno in città in cerca di una locazione strategica.

Al pari occorrono iniziative private di persone che portino nei quartieri le loro esperienze di ristorazione, ricreazione, in modo da rilanciare la zona anche dal punto di vista della vivibilità, solo così, attraverso un processo di osmosi sociale, è possibile convertire il destino di questa periferia, compiere definitivamente un’inversione di tendenza che, in questo caso, verrebbe attuata da persone che non essendo di Milano, non avrebbero quel rigetto " a priori " per Quarto Oggiaro dato dai preconcetti e regressi storici per lo più legati alle scelte scellerate di una Milano del passato, caduta nelle mani di una massa di speculatori e di politici senza scrupoli che hanno fatto quanto di male si poteva fare ad un quartiere, trincerati dietro le file di fuoco della stampa cieca e condiscendente, la quale tutt’oggi contribuisce ad affossare qualsiasi tentativo di rinascita intellettuale tranne rari casi illuminati.

In questi termini e per questi obbiettivi, la zona è già in ritardo, non ci sono prospettive concrete ad oggi, non c’è una efficace opera politica a riguardo, si continua a promuovere iniziative lodevoli ma senza prospettive reali di cambiamento, microprogetti per lo più attuati da opere di integrazione sociale, di recupero della scolarizzazione in certe zone degradate del quartiere ad oggi ben localizzate, di sensibilizzazione civica spesso propagandistica; opere pie di assorbimento delle differenze etniche per lo più affidate a volontari.

In questi ultimi anni, invece di cercare di innescare un cambiamento reale, si è addirittura ripreso una fase di accoglimento dei meno fortunati ed extracomunitari, ponendo il segno negativo davanti al quoziente di crescita che stava lentamente avvenendo in alcune zone, oggi ripiombate nel degrado.

Euromilano unico progetto legato all’equazione costi/benefici, è un’sola infelice, piena di contraddizioni, opera incompiuta ma pur sempre un tentativo di cambiamento attraverso l’innesto, esattamente come in botanica, al quale purtroppo non sono seguiti i passi che il comune avrebbe dovuto compiere per dare il via ad un processo concreto di cambiamento della zona.

Alcuni comitati e associazioni, si battono per migliorare molte situazioni lasciate andare, questo dimostra quanto stia cambiando il quartiere, quanto la gente partecipi attivamente al rilancio del proprio spazio vitale.

Ci sono lodevoli iniziative di privati cittadini, molto fanno le parrocchie che si sostituiscono allo stato laico, per certi aspetti i cambiamenti si sono visti, ma ancora il quartiere risente del passato, delle riserve della Milano finanziaria oltre che di quella intellettuale, non si investe a Quarto Oggiaro.

Ma allora, Quarto Oggiaro per Milano è una risorsa o un problema ?

Dare una risposta secca senza ma e senza se, aiuterebbe tutti a capire meglio da dove si deve ri-partire.

Gianluca Gennai

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