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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 01-06-2016 alle 19:47

Cos’è il G124?

A dire il vero la sigla mi fa pensare ad un aereo, per esempio il 15° stormo di Pisa ha i G222.

Non mi soffermo sul quesito in quanto poco significativo; tuttavia in allegato troverete la spiegazione.

La sigla codificata è il proemio del numero 500 di Renzi, in quanto “parte integrante” del progetto lanciato dal premier, si tratta di un’operazione governativa gestita da Renzo Piano, già Senatore a vita.

Possiamo sintetizzare con:

G124 sta a 500 come l’aria sta alla vita.

Finalmente un “dio dell’olimpo” che si occupa delle periferie in funzione delle città del futuro, mi auguro che a Milano l’architetto, riesca nell’intento dopo tanta demagogia e progetti astrusi falliti miseramente.

Molti architetti milanesi parlano di periferia, qualcuno anche famoso, tutti fratelli di studio di R. Piano, tutti usciti dal PoliMi, ma nessuno recentemente ha fatto davvero qualcosa di concreto salvo nel quartiere Isola, da considerarsi una periferia avanzata, dove oggi si erge il totem di Stefano Boeri “bosco verticale”, simbolo di un processo di conversione che di fatto ha risolto il problema della riqualificazione urbana ridisegnando l’identità di quartiere ma non a favore di un’edilizia residenziale forse più vicina alle esigenze abitative dei milanesi;   ma per realizzare un quartiere a favore di un ceto sociale medio alto sicuramente bisognoso di trovare uno spazio all’altezza giusta con vista sulla madonnina non avendo la possibilità di inserirsi nel quadrilatero dell’aristocrazia milanese.

Non era forse nel DNA della sinistra, alla quale volge lo sguardo lo stesso Boeri, essere dalla parte dei più deboli, favorire le classi sociali più disagiate, promuovere quanto più possibile le iniziative a vantaggio di un’area popolare in cerca di un’abitazione dignitosa.

Cercare quanto più possibile di controbilanciare i pesi in modo da renderli più coerenti, meno iniqui.

Certo, non bisogna mischiare la professione con la passione, in questo sono d’accordo.

Se per contro bilanciamento si intendono le tesi anche interessanti, riguardanti progetti di riqualificazione urbana delle periferie milanesi messi sulla carta dagli studenti della facoltà di architettura del Politecnico, probabilmente spinti dal professore straordinario di urbanistica Prof. Boeri, siamo abbastanza distanti dalla concretezza della sinistra di Berlinguer, non tanto in quanto semplici progetti di studenti laureandi, ma per l’inefficacia nel sostenerle e renderle attuabili attraverso una politica incentivante agli investimenti forse difficile da realizzare ma che riesce quando la posta in gioco si alza.

Forse l’architetto Piano, grazie al prestigio di cui gode e al mandato governativo, riuscirà a portare le finanze e le idee valide nelle periferie milanesi, forse da buon genovese cresciuto con il maestrale ed il libeccio sulla pelle, riuscirà a riscattare la città di Milano dopo averla frequentata negli anni della Sua formazione e averla lasciata, a giusta ragione, per guadagnarsi gli allori mondiali.

Andrebbe bene intanto, una lectio brevis ad un team di uomini di buona volontà scevri dai canoni dettati dal " potremmo fare ", " verremmo fare " e dai codici di comunicazione 2.0 ideali per capitalizzare le idee a tal punto da declinare i fatti come azione secondaria, come dire…” basta la parola “.

Non chiedo un altro centro Pompidou che lo ha reso famoso e che ammiro tantissimo, ma qualcosa di più contenuto, magari "minimal", sobrio come nel Suo stile dove sottace la potenza del materiale per lasciar forma all’armonia ( le piace maestro la definizione poetica ? ).

Un quartiere residenziale, a misura di un borghese piccolo piccolo, dignitoso e anonimo, affacciato sulla città del futuro.

Al prossimo sindaco e relativo assessorato.

Gianluca Gennai

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