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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 21-06-2016 alle 10:04

La mia personale opinione è che Milano non può seguire regole che rasentano l'utopia anche se formalmente giuste.

La proprietà privata è inviolabile, ognuno può disporre come meglio crede delle proprie cose, è un principio ovvio e giusto.

Anche offrire aiuto a chiunque abbia bisogno è un principio nobile e giusto.

Però qui siamo in una grande città, e ci sono delle differenze rispetto ad altre aree del paese.

Qui la gente vive a stretto contatto e quel che fa il tuo vicino di casa non è solo affar suo, siamo in una struttura sociale complessa, fragile, e tutti devono cooperare perché funzioni al meglio.

Ecco allora che il territorio, anche quando è proprietà privata, è anche un po' di tutti i milanesi.

Non è accettabile quindi che si costruiscano palazzi a metà, o si lascino sfitti e preda del degrado per anni.

E' un po' come se uno decidesse di costruire una torre, sul suo terreno, pericolante e che rischia di cadere sugli altri palazzi da un momento all'altro.

Se fosse in un deserto potrebbe anche farlo, ma non in un luogo così densamente popolato.

Quindi non è sopportabile che in città vi siano un gran numero di palazzi sfitti, mezzi costruiti o abbandonati.

L'amministrazione dovrebbe intervenire, fino ad arrivare all'espropriazione di aree e palazzi inutilizzate e preda del degrado.

L'altra parte della medaglia è l'aiuto che si può dare a chi è in difficoltà.

I servizi pubblici e il tessuto sociale possono reggere fino a un certo limite e anche qui l'amministrazione dovrebbe porre dei limiti ben precisi.

A volte sembra che si possa credere di aiutare chiunque arrivi, che si possa dare alloggio a tutti e sopportare qualunque cosa, ma non è così.

Sarebbe bello poterlo fare e ogni cittadino è libero di provarci, ma l'amministrazione pubblica non agisce nei suoi interessi ma per quelli di tutti i cittadini.

Ci sono i cittadini e i non residenti e non possono essere trattati alla stessa maniera.

Vanno posti dei chiari limiti, stanziate delle risorse in modo che siano sostenibili, e quando arriva il momento di dire basta, per quanto doloroso, bisogna a vere la capacità di pensare come amministratori di beni altrui, custodi che non li possono regalare pensando di fare buone azioni con i soldi degli altri.

Quindi mi aspetto che le aree oggi bloccate nel quartiere a causa di vergognosi interessi privati che nel passato hanno permesso il formarsi di questa situazione siano risolti attraverso l'esproprio delle aree e dei palazzi interessati, la restituzione per quanto possibile alla cittadinanza delle risorse (nuovi spazi per uffici pubblici, case per famiglie in difficoltà, ecc.) tutto col fine ultimo di non dover più consumare altro suolo, ma anzi, se possibile abbattere vecchie costruzioni non più a norma per creare spazi vivibili.

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