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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 26-06-2016 alle 02:54

Buongiorno;

ho avuto modo di guardare l’assegnazione dei municipi rispetto alle elezioni precedenti che consegnarono la città al Dott. Giuliano Pisapia.

Pur comprendendo che le funzioni dei CDZ ad oggi non possono condizionare più di tanto le scelte di palazzo Marino, è innegabile che 5 municipi su 9 hanno la presidenza di centro destra.

Il ballottaggio ha consegnato la città al Dott. Beppe Sala, tuttavia al primo turno, i quartieri hanno espresso una volontà di cambiamento molto forte.

Nel sentire il discorso di insediamento del Dott. Sala al fianco del suo predecessore, ho colto la volontà di continuare il lavoro dell’ex giunta.

Credo vada tenuta in considerazione la tendenza ad un radicale cambiamento piuttosto che una continuità se davvero il nuovo sindaco vuole realizzare quanto dichiarato in campagna elettorale.

Mi pare abbastanza evidente che la città non ha molto condiviso l’operato della gestione Pisapia, piuttosto va detto che il ballottaggio ha coalizzato tutta quella parte di elettorato che ha scelto il male minore, tutti in trincea per non dare le poltrone che contano alla destra, a testimonianza di ciò, il canto partigiano che ha accolto il neo sindaco nel chiosco di palazzo Marino, lo stesso che accolse il Dott. Pisapia quando fu eletto sindaco, ma allora Milano era stata tolta alla destra guidata dalla S.ra Moratti.

Certo mi baso sui numeri e poco comprendo le alchimie della politica.

Sono del tutto afono rispetto alle tecniche di interpretazione delle volontà partecipative della gente e di cosa c’è dietro ad un voto che per me vale o (0) o (1) , non mi pare ci sia molto da discutere su questo.

Per quanto si voglia dare un’ interpretazione del voto, resta il fatto.

Leggo anche su partecipaMi, dibattiti in seno al cambiamento, alla partecipazione popolare che peraltro condivido, ma resta il dato inconfutabile dei numeri usciti dalle votazioni, una città divisa in 3 macro sistemi che più o meno si equivalgono e quindi riassumibili in: 1/3   versus Sala, 1/3 versus Parisi e   1/3 di astenuti.

I numeri sono numeri… punto.

Posso accettare il tentativo di interpretare il perché così tante persone non si sono sentite rappresentate dalle proposte politiche della città o almeno in quelle che hanno sostenuto i 2 candidati, ma il resto rende bene il quadro della situazione che è sostanzialmente di equilibrio di forze per palazzo Marino, idem per i municipi anche se di segno opposto.

Rispetto ai numeri, credo di poter sostenere la richiesta di una forte presa di coscienza da parte di tutti, verso un periodo di convergenze responsabili.

Rilancio con forza il fatto che il tempo è prossimo alla scadenza, e quando scadrà sarà troppo tardi per tutti, le reazioni a catena derivanti dagli attriti sociali sono del tutto imprevedibili e non possono essere evitate con referendum o altro, occorre la responsabilità anzitutto del governo e dell’opposizione della città, poi il dialogo con i cittadini, quindi le decisioni che spettano a chi è stato delegato a farlo.

Brexit docet, Camerun ha voluto il referendum, poteva avere diversamente i numeri, per poi gestirli secondo una logica razionale che deve avere chi gestisce una nazione, una città, un municipio.

Ascoltare i cittadini spesso può essere semplice, basta partecipare di più alle piattaforme social, cercare di essere più presenti nei quartieri attraverso gli incontri con i comitati, potenziare gli sportelli comunali attraverso una maggiore distribuzione sul territorio degli sportelli di ascolto, riqualificare gli stessi municipi portandoli fin nei rioni, aumentare gli strumenti di scambio con la cittadinanza, potenziare la struttura di vigilanza sociale che non è la polizia municipale, sono i funzionari, tecnici del comune, maggiormente presenti la dove si manifesta un problema che spesso degenera passando obbligatoriamente alle forze dell’ordine, occorre prevenire certe derive.

Faccio un esempio, AMSA che attraverso questo portale, riceve le segnalazioni, spesso riesce a gestire le situazioni prima che degenerino, forse è possibile creare un team di esperti tecnici che possa funzionare allo stesso modo, occorre cercare nuove strategie perché sono fermamente convinto che cosi non và bene, il sistema non può funzionare e lo ha dimostrato la gestione Pisapia che pur avendo avuto un consenso plebiscitario e un programma ben definito, ha prodotto un mezzo fallimento in città con conseguente malcontento soprattutto tra i ceti popolari al quale Lui per primo si rivolse durante la Sua campagna elettorale.

Non dobbiamo mai scordare Noi 50enni e oltre che Milano oramai è dei Nostri figli e che la responsabilità del loro futuro ricade su tutti intesi come comunità e non come maggioranza e opposizione basata su ideologie e demagogie.

Gianluca Gennai

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