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Buongiorno,

oggi 20 luglio la situzione di Via Dionigi Bussola è in totale degrado. Negli ultimi due giorni sono arrivati nuovi "residenti", otto tra camper e furgoni in Via bussola ed altrettante tende nel tratto verde di Via Malaga lungo il fiume. Il piazzale adibito a parcheggio è ormai quasi per intero occupato, i furgoni sono parcheggiati a grande distanza tra loro, in mezzo tende, materassi, sedie e bombole del gas per tenere occupato più spazio possibile. Naturalmente i loro bisogni li fanno in ogni angolo della via, con un nuovo sopralluogo ad occhi bassi ne potrà notare la quantità e gli effluvi. (se non vomita prima). La nostra società ha acquistato un immobile in via Bussola, paghiamo una barcata di IMU, ora se disperati ce ne volessimo andare il nostro immobile non varrà più nulla. Operiamo nella moda, abbiamo clienti e fornitori internazionali, non le riferisco quali e quanti commenti riceviamo per questo fantastico biglietto da visita milanese. A fianco di noi un ufficio stampa internazionale: stessi problemi, sono costretti ad organizzare i loro meeting in altri locali per non accogliere le persone in via Bussola. Oltre ai problemi già citati si sovrappongono quelli di ordine pubblico, diciamo che gli "ospiti" in questione sono un tantino ruvidi se gli chiedi gentilmente di non orinarti direttamente sull'auto. Tutto questo di fronte al giardino condiviso, un mazzo tanto per tentare di rendere civile questo angolo di Milano, sforzo vanificato dall'immobilismo e dalla lentezza della burocrazia. E a settembre riaprirà la scuola Staineriana. Grazie infinite per il suo sopralluogo e il suo interessamento, ma la prego di rilevare che per noi gli approfondimenti e le valutazioni hanno solo il significato di allungare i tempi all'infinito. Probabilmente noi saremo costretti ad andarcene, considerato che il nostro lavoro in questa location sta subendo pesanti perdite, e nostro malgrado vi lasceremo in eredità una via ancora più abbandonata a se stessa, oltre a qualche disoccupato in più. 

Cordialmente saluto e ringrazio,

Marco Mastrorilli