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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 04-11-2016 alle 17:12

Nelle giornate del 26 settembre e 10 ottobre 2016, il Comitato Quarto Oggiaro, ha presentato in sede municipale 8, un progetto di riqualificazione della mobilità per la Zona Stephenson, Musocco, Vialba, Quarto Oggiaro ( sintesi in allegato 1 ).

Il progetto che sottoscrivo, prevede principalmente una revisione viaria a completamento delle opere eseguite ad integrazione della strada Interquartiere Eritrea/Expo.

Il Nuovo assetto del quartiere, richiede una precisa manovra di miglioramento in funzione dell’inevitabile aumento del traffico che ci sarà nei prossimi anni a partire dal nodo Eritrea/Castellammare ma anche in funzione dei nuovi parchi che sono stati costruiti e che dovrebbero essere connessi attraverso delle ciclovie e percorsi pedonali agevolati, comodi e soprattutto sicuri.

Tuttavia preme approfondire la questione di Via Stephenson davvero importante.

Il tratto di strada è quello che parte dall’incrocio di v. Mambretti/Palizzi e arriva a v. Sumatra, oggi inevitabilmente congestionato dal traffico anche pesante da e per Milano; basti pensare ai veicoli in provenienza dalla tangenziale e dall’autostrada Milano/Laghi, che utilizzano l’uscita di v. Stephenson per entrare in città, evitando zone di area C e gli ingorghi di Viale Certosa ecc.

Tutti i mezzi si ritrovano i questo breve tratto di strada molto stretta e dove insiste un centro abitato da persone che per anni hanno dovuto convivere con lo smog, il rumore, la pericolosità del percorso pedonale davvero stretto ed impossibile da fare per chi ha problemi di deambulazione, la definirei, di fatto, un prolungamento della tangenziale.

La proposta prevede il senso unico in direzione v. Sumatra quindi in senso uscente dalla città, con un orientamento del traffico in entrata per Milano verso la nuova strada interquartiere Eritrea/Expo. ( vedi semplificazione nell’allegato 2 ).

La zona è un quartiere storicamente riconducibile al vecchio comune di Musocco ( vedi allegato 3 ), tant’è che la prima sede del comunale fu l’attuale porzione di cascina di via 5 maggio, dove oggi si trova la farmacia Vercesi e l’attigua piazzetta ( ancora si conserva l’architettura originale con un imponente portone in legno ).

Questa zona di Milano, è stata dimenticata per anni, a causa della forte industrializzazione subita, nonostante la comprovata storicità e le numerose testimonianze parlino di questo primo insediamento del comune di Musocco ante costruzione del cimitero Maggiore, con annessa stazione ferroviaria oggi Stazione Certosa.

Il quartiere mantiene i connotati storici con palazzi di ringhiera, villette residenziali, portici antichi con ancora le travi a vista, ma anche v. Aldini viva e allegra, fino al congiungimento con Vialba e Quarto Oggiaro.

Nell’ambito del programma di riqualificazione delle periferie, trovo molto aderente il fattore storico per un recupero anche dell’identità che qui, a maggior ragione, dovrebbe essere restituita, con una reintegrazione geografica nel quartiere musocchese, oggi confinato a ridosso del Cimitero Maggiore anche se costruito in tempi successivi.

Parlo di un'area storicamente compresa tra le vie Mabretti, 5 Maggio, Fabrizi,  Aldini fino all’incrocio con v. Eritrea, Palizzi nel primo tratto in congiungimento con v. Mambretti.

Nel processo di riqualificazione, a valle della nuova viabilità di v. Stephenson, questa zona andrebbe riconsegnata alle sue origini.

Data la particolarità e le vie molto strette, oltre alla presenza di numerose scuole e istituti, negozi ecc., sulla base dell’orientamento comunitario che ben presto sarà convertito in legge, dovrebbe essere istituita una zona “30 all’ora” a maggior tutela dei numerosi pedoni che ogni giorno sono minacciati dalla velocità con cui sfrecciano le auto anche dove il buon senso dovrebbe far desistere il “provetto pilota”.

In questa zona andrebbe installata una stazione di “BikeMi” anche in asservimento ai grandi alberghi che sono stati costruiti in area Stephenson, i quali potrebbero essere un volano per l’economia e la riqualificazione anche commerciale del quartiere che qui potrebbe ambire ad uno sviluppo anche culturale oltre che commerciale avendone tutti i requisiti storici e architettonici ( è una vecchia Milano decentrata ).

Via via potrebbero nascere luoghi alternativi sulla scia di una ritrovata vivibilità, basti pensare a cosa è capitato sui navigli ma anche in altre città che hanno saputo convertire il destino insalubre di un luogo in un trampolino di rilancio per le idee dei giovani e di quella parte di società che riesce ad andare " oltre ".

Gianluca Gennai

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