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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 06-11-2016 alle 01:07

E’ senz’altro interessante vedere il piano di studio della viabilità prevista per l’intera area Stephenson dopo Expo e le tante modifiche fatte al progetto viabilistico dell’intera area a valle dei cambiamenti apportati per mancanza di tempo e di fondi.

Capiremmo qualcosa di più.

A tal proposito mi viene da chiedere ai vari responsabili di Municipio 8, se hanno qualcosa su cui discutere, mappe, carte, progetti ecc.

La mancata posizione del Municipio 8 è tecnicamente comprensibile sul piano del merito in quanto non competente, non discuto la scelta sul piano politico pur essendo dispiaciuto di non aver mai visto il Presidente Zambelli, in virtù di un’eventuale decisione, camminare sul marciapiede Stephenson, con una carrozzina a seguito, verso l’UCI Cinemas o viceversa.

Qualche volta può essere utile avere un effetto fisico dato da un raso di un’autoarticolato nelle ore di punta, prima di decidere se è opportuno esprimere un parere.

E’ retorico? SI.

E’ da capire se questa Via è considerata più un ingresso che un’uscita di Milano.

Dal punto di vista strategico è senz’altro più un ingresso che un’uscita ed è proprio per questo che non ci sono ragioni perché continui ad esserlo data la costruzione della strada interquartiere Eritrea/Expo, ad oggi poco giustificabile visti i flussi davvero bassi rispetto all’investimento, è un by-pass naturale di v. Stephenson nel tratto in questione, se non compie questa funzione, resta un mistero la giustificazione di spesa, dato il flop clamoroso come ingresso strategico di Expo.

Confluire in v. Eritrea per poi andare verso il centro città, porta comunque a convergere sulla rotatoria di Esselunga, unico snodo verso le zone oltre il ponte tranne chi opta per Villapizzone passando per v. Castellamare, quindi il problema della portata veicolare resta soprattutto nel caso si decida che debba rimanere un ingresso della città, pensando ad un doppio flusso in ingresso per ridurre il carico di Eritrea.

E’ forse un problema l’incrocio Eritrea/Castellamare oggi semaforizzato?

Un falso problema tenendo in considerazione le opportunità che ci offre l’elettronica per la gestione degli impianti semaforici ad alta densità di flusso in orari diversificati.

Tale tecnologia permette di aumentare la frequenza di scambio dei permissivi in funzione degli orari e del flusso, attraverso sistemi di controllo a telecamera, cosi da aumentare gli scambi verde/rosso negli orari di punta e favorendo ora una traiettoria piuttosto che l’altra in altre parti della giornata. Si può addirittura dare le priorità in orari precisi in termini di tempo/durata del verde.

La retorica è un’arte che decade davanti ad una situazione di grande abuso della pazienza di questi cittadini di Milano, che hanno accettato per anni, una situazione disumana, senza fare barricate ne fisiche ne ideologiche, a scapito di chi, con rassegnazione, negli anni se ne andato da qui, in silenzio, pensando di non avere il potere della ragione.

Questa zona non dovrebbe essere considerata un’ ingresso di Milano, la commissione che valuterà lo sa bene, non ne ha i connotati e non ci sono più neanche le condizioni normative che danno le misure dei marciapiedi, basti pensare al D.M.236/1989 che da precise misure di larghezza ( min. 90cm ) e di spazi per lo scambio tra 2 carrozzine per non deambulanti ( ogni 10mt dovrebbe esserci un allargamento ) , le distanze dalle case, il livello sonoro, i parametri di accettabilità dei gas di scarico, il livello delle vibrazioni che possono essere tollerate dalle strutture delle case, oppure non si vuole tener conto di tutto questo e si vuole agire " in deroga " abusando di formule giuridiche " ad hoc " visto che è lo stesso comune che decide.

Continuare ad ignorare che questa è una zona residenziale e non industriale, è davvero scellerato, questo tratto di strada, non può essere classificato come il resto di via Stephenson che si snoda in piena zona industriale.

Una soluzione potrebbe essere un periodo di "sperimentazione di viabilità" dove viene testata una soluzione A e poi una soluzione B e via di seguito per le " N " ipotesi.

Dopo tale periodo potranno essere valutati i risultati, a maggior ragione potranno essere adottate misure correttive e prese delle decisioni basate su dati oggettivi e non soggettivi in assoluta trasparenza e nel rispetto del grandissimo senso civico che hanno avuto per lunghi anni, i residenti di v. Stephenson oggi davvero esausti.

Gianluca Gennai  

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