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Inviato da avatar Alex Pojer il 02-02-2017 alle 00:49

Premessa

Come ogni inverno, le polveri sottili (PM10, PM2.5, ecc.) si accumulano pericolosamente nell’aria, superando le soglie di allarme stabilite dalla Legge e minacciando, così, la salute dei cittadini, soprattutto delle categorie più deboli, cioè bimbi ed anziani.

Inquinanti dell’aria

È quindi evidente che una grossa fonte di produzione di questi inquinanti non è legata ai mezzi a motore che circolano in città, ma alle caldaie da riscaldamento, soprattutto quelle che ancora esistono a gasolio.

Naturalmente, oltre le polveri sottili, esistono anche altre sostanze inquinanti legate al traffico veicolare.

LEZ: chi era costui?

Come molti sapranno, in questo periodo il Comune di Milano si appresta a definire un’area cittadina in cui progressivamente verrà interdetto l’accesso dei veicoli che emettono più polveri sottili.

Quest’area è la cosiddetta LEZ (Low Emission Zone- Zona a bassa emissione) e sarà sorvegliata da circa 150 varchi con telecamera, disposti sul confine comunale. Non sarà necessario pagare per entrarci, ma basterà che il proprio veicolo a motore emetta un contenuto livello di polveri sottili allo scarico. Infatti, verrà preso in considerazione solo quell’inquinante e nessun altro.

E le nano-polveri? E il benzene?

Niente, perché per le nano-polveri, ad esempio, non si hanno ancora riscontri epidemiologici a supporto e quindi per il momento non sono state definite soglie di sicurezza per la loro concentrazione nell’aria che respiriamo.

Quindi la LEZ sarà una zona a bassa emissione, ma solo di PM10. Inoltre, sarà trafficata praticamente come adesso, perché i veicoli che resteranno fuori (anche quelli dei residenti) saranno pochissimi.

PM10: i dati del Comune ed i dati reali

A sostegno della necessità di intervenire sulle polveri sottili, il Comune ha predisposto un documento informativo (Link a Doc Comunale), scaricabile dal proprio sito a questo indirizzo: http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/ambiente/aria_rumore_inquinamento/low_emission_zone.

Su tale documento, è riportato che il “traffico, [...] a Milano è ritenuto responsabile del 64% delle emissioni di PM10 (fonte: INEMAR, Inventario delle Emissioni in Aria della Regione Lombardia, 2010)”.

Ebbene, oltre a far riferimento ad un dato di ben 7 anni fa, lo stesso dato è sbagliato, non trovandone alcun riscontro in questa tabella di INEMAR (INventario delle EMissioni in aria), relativa alle emissioni in Lombardia nel 2010, suddivise per combustibili.

Anzi, dalla tabella si evince che il 76% del PM10 era prodotto da “Legna e similari” e da fonti “senza combustione” (gamma molto ampia di classi, dall’usura di freni e pneumatici, alle attività di cava, agricoltura, ecc.).

Facendo qualche ricerca, si scopre che esistono dati più recenti di INEMAR (2012) con rilevamenti specifici per la città di Milano.

Proprio a questi ultimi avrebbe fatto riferimento l’assessore Granelli nel suo tour dei 9 Municipi per presentare la LEZ, dichiarando che il parco motorizzato diesel è responsabile del 44% delle emissioni di PM10, mentre il 25% è imputabile al riscaldamento e il 16% all’industria.

Purtroppo, anche questo valore per il PM10 è sbagliato, perché accedendo al database INEMAR (2012) e aggregando questi dati per tipo di combustibile, si ottiene questa tabella, da cui si desume che l’incidenza dei veicoli diesel pesa per il 23% circa delle fonti di PM10/2.5 ed il 22% del solo PM10.

Qui è possibile visionare una presentazione di ARPA Lombardia del 2016 in cui, a pagina 8, è confermata l’incidenza del 22% del traffico diesel sul PM10 di Milano.

Quindi, questi sono i valori di riferimento corretti, per valutare eventuali vantaggi futuri di questa nuova “disciplina” viabilistica per Milano. Valori di partenza esageratamente alti, ci farebbero entusiasmare in futuro per vantaggi legati solo a errori dei dati iniziali.

Conclusioni

Concludendo, non posso che valutare negativamente i presupposti errati su cui si regge la battaglia dell’amministrazione comunale verso l’inquinamento dell’aria in città. Inoltre, faccio osservare che i varchi di accesso, non impediscono ai veicoli di muoversi liberamente all’interno del territorio sorvegliato.

Ad esempio, molto più efficace sarebbe stato utilizzare in modo diffuso la politica dei posteggi regolamentati a pagamento (strisce blu) per non residenti, per ridurre gli accessi in città e lo spostamento dei residenti stessi da un punto all’altro della città. In tal modo, si influirebbe su tutto l’inquinamento da traffico veicolare, a cui occorrerebbe aggiungere (in base ai dati riportati nelle tabelle di cui sopra):

  • intensificazione del filtraggio delle emissioni carboniose per legna (pizzerie, stufe,ecc.)
  • abbattimento della produzione di PM10 da fonti senza combustione (lavaggi strade, asfalti cattura-polveri, ecc.)

Inoltre, una qualsivoglia politica di riduzione del traffico privato, non può prescindere in alcun modo da una corrispondente politica di:

  • potenziamento dei mezzi pubblici per far fronte all’incremento di passeggeri previsto dal blocco
  • predisposizione di nuove corsie preferenziali
  • costruzione o ampliamento di parcheggi esterni
  • investimenti sulla mobilità sostenibile (es. piste ciclabili, stalli per bici sorvegliati da telecamera, ecc.)

 La mappa delle LEZ...

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