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Signor De Benedetti, sono d'accordo con Lei; ma in attesa del meglio o del bene che non si realizzano poi quasi mai, a me personalmente procurano un poco di sollievo anche le piccole cose, come vedere in primavera un germoglio spuntare in piazza Duomo, e pazienza se è di palma o di banano, e di altri alberi.
Anche a me piacerebbe una città meglio programmata nei suoi spazi verdi e in altro, e, anche se mi accontento anche del poco, non smetterò però di chiedere che venga fatto di più.
Quanto ai gusti e alla storia, a me piacciono le chiese con molti alberi sui sagrati, mi sembrano più consoni e adatti al raccoglimento e alla meditazione per chi la vuole, e nello stesso tempo all'aggregazione sociale per chi invece preferisce quella, e in generale per chi vuole sostare senza arrostire al sole. Da metà maggio a metà settembre in piazza Duomo non si può stare a cielo aperto, tanta è la calura infernale che butta fuori il selciato. Non dimenticherei anche che rispetto a secoli fa, anzi solo a un secolo fa, la temperatura media si è innalzata di 4 o 5 gradi, e in piazza Duomo anche di più, a causa degli innumerevoli climatizzatori che emettono aria calda giorno e notte senza sosta.
Bisogna accettare che tutto sia cambiato.
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