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Inviato da avatar Roberto Michele Mazzilli il 07-03-2017 alle 23:11

La mia università non è solo ascoltare le lezioni da casa, ma è abolire tutto quanto non serve per fare università, a partire degli spazi, preseguendo sugli immobili in affitto, a seguire nei trasporti e parcheggi: non serve più niente.

Lasciamo stare la filosofia: quanto costa ?? Il trasferimento a Rho, la dolce migrazione verso il futuro ??

Se io non spendo dei soldi per fare poli, inutili, ma per potenziare la ricerca, questa si in luogo fisico, ottengo tre scopi:

  1. risparmio
  2. potenzio la ricerca
  3. faccio innovazione

Il mio polo diventa virtuale, che cresce quanto voglio con pochi investimenti, perchè non devo creare infrastrutture inutili.

Dirò di più, tutti gli attuali servizi possono andare, gradualmente, in outsourcing, come il centro elaborazione dati amministrativo, l'amministrazione, il personale, la contabilità generale, gli acquisti... centralizzando a livello pubblica istruzione alcuni servizi, lasciando nelle realtà locali solo quelle particolari.

Io non devo più collegarmi con l'università, ma con un centro servizi, uno dei tanti, specializzato in questo business, i mie libri li vedo in rete, la mia cultura è in rete, le lezioni le posso riascoltare enne volte, le posso esaminare in modo selettivo, le posso tradurre e rivendere.

Voglio un polo ?? Ce l'ho, sul computer.

Conferenze ?? poche, videoconferenze ... molte.

Si tratta di avere un'università per gli anni 2000, non per il 1900, che usa strumenti moderni, la cultura distribuita e multidisciplinare, che non necessita di costosi spazi fisici, ma di organizzazione.

L'università resta dove è ora, che bisogno c'è di spostarla: si riducono mano a mano gli spazi fisici utilizzati, si ampliano i servizi distribuiti, si concentra la cultura dove e quando serve senza pagare i viaggi.

Domani mattina ?? No, si impiegheranno anni a migliorare, vista la lentezza dell'apparato pubblico italiano, ma gli investimenti saranno graduali e magari sponsorizzabili, almeno in parte.

Certo non avrò dei magnifici atri in marmo con il busto del rettore in bronzo, se voglio l'avrò virtuale.

La scienza cambia ?? No, solo che usa strumenti adeguati, direttamente inputabili al lavoro, senza costo enormi di struttura e di mantenimento: è questo ciò che non piace ai politici.

E poi l'università rimane sempre attiva, sempre funzionante.

 

https://www.lezione-online.it/

http://www.oilproject.org/lezioni

https://didattica.polito.it/lezioni_online.html

http://www.lezionidimusicaonline.it/

http://www.italianonline.it/

http://www.studiamoinrete.it/lezioni-di-latino.html

https://www.youtube.com/playlist?list=PLo6qp6y2VybL3uNA5I7ZU-6TJGIZmsq65

http://www.lezionionline.net/home/

http://www.odg.it/content/lezioni-line

https://www.youtube.com/watch?v=dy6Q3PMg8pI

In fondo questo è stato scoperto 50 anni fa dal maestro Alberto Manzi, quini non è neanche un'idea nuova, sono solo gli strumenti ad essere diversi

 

Risultati immagini

Non è mai troppo tardi, anche per cambiare idea: pensiamo agli italiani, in primis.

No a lavori socialmente utili, si a impieghi ad alto livello, usiamo i nostri laureati.

Basta creare postifici pubblici che fanno precipare il rapporto pil/debito ed impoveriscono l'Italia. No posti pubblici, si eccellenza nel privato.


Non porta voti, eh no, non quelli clientelari.

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