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Egr. sig. Stefano Vigo,

la “zona 30” — cioè un ambito urbano in cui la velocità è limitata a 30 km/h (ma come viene controllata?), quindi non è assolutamente una Zona a Traffico Limitato (Z.T.L.) — non è in alternativa all’area pedonale, ma una cosa diversa, piú estesa e con altri scopi e funzioni. In tutte le aree pedonali del mondo sono presenti abitazioni, negozi, uffici e servizi vari e talvolta, ove necessario, anche trasporto pubblico, ma non per questo non è stato possibile chiuderle al traffico (con le relative eccezioni, ove indispensabile, per l’accesso con i mezzi a motore di chi abita o lavora all’interno dell’area).

Perché è utopistica una cosa che in tutti i Comuni esterni della cintura di Milano è normale? Se A Baggio non esiste un nucleo storico vivibile e animato è solo perché è periferia di Milano.

L’idea della linea di quartiere può essere interessante, ma bisogna vedere se c’è l’utenza potenziale per un percorso del genere (interessando un’area locale piuttosto ristretta, se la frequenza non è abbastanza elevata, per la maggior parte delle persone, viste le distanze modeste, potrebbe essere piú conveniente continuare ad andare a piedi).

Per le soste abusive veda il mio intervento sopra, però l’area pedonale sarebbe risolutiva anche di questo problema (anche perché non è molto utile un marciapiede così stretto, per quanto lo si possa allargare e proteggere con “parigine”, che sono una spesa spesso non coperta anche per i continui ripristini che richiedono).

Per tutto il resto che ha elencato, e non solo, ha ragione (a parte per la scuola abbandonata la cui vendita non può essere “revocata”, non saprei come senza la volontà dell’attuale proprietario), i problemi sono già incancreniti, da decenni, e non è stato fatto piú niente dagli ultimi due Sindaci precedenti e dall’attuale... il quartiere è certamente abbandonato e peggiorato.

Andrea Giorcelli