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Inviato da avatar Gianluca Boari il 23-09-2011 alle 14:00

In Italia esiste il reato di apologia di Fascismo ma non quello di apologia di Comunismo.
Nonostante gli oltre ottanta milioni di morti causati dai regimi comunisti nel mondo, la povertà e la mancanza di libertà che ancora oggi regna dove sopravvivono regimi che si ispirano al comunismo c’è ancora chi guarda al simbolo della “Falce e Martello” come un riferimento ideale e come un sogno infranto da condividere con le nuove generazioni.
Per molti si tratta ormai di poco più di un amarcord, di un desiderio di ricordare il fuoco politico e ideale della gioventù. Per certa sinistra forme e colori del comunismo rimangono forse l’ultima ancora, la boa cui disperatamente agganciarsi per cercare di non annegare nel mare di mediocrità e mancanza di idee dei propri leaders.

Così è anche in Consiglio di Zona 3, dove la maggioranza di sinistra ha approvato la concessione del Patrocinio ad un’iniziativa dell’ANPI organizzata nel quartiere dell’Ortica denominata “Fumetti Resistenti”, mostra illustrata sulla storia di otto partigiani: Gabriella degli Esposti, Dante di Nanni, Gisella Floreanini, Giulio Picelli, Eugenio Curiel, Ines Bedeschi, Livia Bianchi, Libero Briganti. Persone in gran parte riconducibili alla storia del Partito Comunista in Italia, in particolare la Floreanini fu anche deputato comunista nel dopoguerra.

La Resistenza fu un movimento variegato a cui aderirono persone delle più disparate idee politiche: socialisti, comunisti, cattolici,liberali, monarchici e semplici disertori delle forze armate. Tutti erano uniti dal desiderio di restituire all’Italia la dignità persa a seguito dell’occupazione militare tedesca. Proprio per ciò che ha rappresentato, la Resistenza è patrimonio di tutti. Ci ricorda che la libertà di cui godiamo non è qualcosa di scontato, ma si tratta di una conquista costata sangue e sofferenze. Il ricordo deve vivere in noi per renderci più forti nella volontà di preservare il nostro modello di società in cui ciascuno è libero di pensare e vivere come meglio ritiene nel rispetto altrui.
Non ho pertanto apprezzatoil taglio storico dell’iniziativa, la volontà di piegare il ricordo della Resistenza a quello di un’ideologia politica. In più si è voluto sottolineare tutto ciò producendo volantini che ritraggono la bandiera dell’Unione Sovietica bocciando la richiesta del Consigliere Migliarese del PdL ti eliminare simboli politici ricunducibili a partiti presenti in Consiglio di Zona.

In questo modo si vuole dare alla Resistenza un significato diverso e pertanto non più condivisibile.
Un pericoloso gioco politico che divide invece di unire e che deve porci un’interrogativo:
Chi e che cosa rappresenta oggi l’ANPI?

Gianluca Boari
www.quizona.it

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