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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 19-10-2017 alle 11:00

Sono argomenti su cui si ritorna sempre, anno dopo anno, perché appaiono senza soluzione.

Eppure la verità è un'altra: non li si affronta e non li si vuole risolvere.

L'inquinamento è legato al territorio e due fattori sono fondamentali: attribuire le giuste responsabilità e tenere sotto controllo la demografia.

Pochi giorni fa qui su partecipaMi qualcuno denunciava l'inquinamento dei navigli... ha risposto il comune? Qualche assessore? Il responsabile della pulizia e manutenzione dei navigli?

No di certo: ha risposto l'AMSA per affrettarsi a dire che lei non ne è responsabile e quindi se ne lava le mani.

Oggi basta essere irresponsabili per essere a posto con la legge (e per molti anche con la coscienza).

Rimpallo di responsabilità.

Allo stesso modo per l'aria o qualunque altra risorsa che può essere inquinata si fa a gara a scaricare le responsabilità sugli altri, cercando poi di arrivare al responsabile unico: il cittadino che, a torto o a ragione, non può sottrarsi alle conseguenze e agli effetti combinati dell'inquinamento prima e delle sanzioni poi.

Eppure ci sono gli inceneritori, le ecoballe di Napoli, i decreti con cui il governo intimava gli inceneritori a lavorare al massimo della propria capacità fregandosene delle ricadute ambientali.

Ci sono le valvole termostatiche imposte (forse inutilmente) ai privati ancor prima di intervenire sull'edilizia pubblica.

Ci sono le aree C, LEZ, i divieti di accesso ai mezzi inquinanti, la TEM, il bollino blu chi se lo ricorda?... un'accozzaglia di provvedimenti tanto per fare.

Ma tanto poi siamo sempre da capo, perché tutto questo viene annullato di gran lunga dal continuo costruire nuovi alloggi, per nuove famiglie, che oltre a produrre inquinano, e lo fanno in modo esagerato se non sono culturalmente preparate.

Se ci fosse un reale responsabile locale per l'ambiente partirebbe dai numeri della demografia, dalla distribuzione delle merci e dei servizi in città (oggi per comprare qualcosa da mangiare si deve prendere l'auto per andare all'ipermercato).

Si metterebbero incentivi reali al telelavoro, una cosa "smart" che Milano non fa promuovendo invece startup di gioiosa fantasia.

La qualità ambientale deve essere considerata un servizio pubblico essenziale, e in quanto tale essere in carico al comune e ad aziende da lui controllate.

L'efficienza energetica dei palazzi è determinante? Bene, il comune si doti subito di una struttura operativa per la ristrutturazione in tal senso di tutti i suoi palazzi e non solo.

I tecnici già li ha, vista la crisi occupazionale assumere anche qualche operaio non farebbe male alla città.

Oltre alla garanzia che i lavori rispettino le norme il comune potrebbe offrire al cittadino prezzi convenzionati sulle opere obbligatorie, invece che lasciare tutto alla giungla del privato+amministratore.

Il lavoro di ristrutturazione deve essere fatto entro i tempi indicati dalla legge, ma viene indicato anche il costo (se l'opera è svolta dall'operatore comunale). Poi i casi sono due: o il privato fa un prezzo competitivo (e va bene), oppure se fa prezzi gonfiati non lavora, se fa prezzi troppo bassi si indaga se è lui che poi non rispetta gli standard o se sono i manager pubblici a lucrarci sopra.

Questo per ogni attività sul territorio che riguardi l'inquinamento.

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