Rispondi a:

Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 02-11-2017 alle 21:13

Eccoci nuovamente alle prese col bilancio partecipativo, una cosa a cui non vorrei partecipare ma a cui mi sento obbligato a partecipare.

I motivi sono noti: non è solo decidere cosa fare il compito del cittadino ma anche come farlo e soprattutto da chi farlo fare.

Si sprecano gli esempi di buone idee realizzate in modo pessimo, dalle piste ciclabili agli scivoli per disabili, spesso si peggiora invece che migliorare.

Comunque sia, se bilancio partecipativo deve essere... che bilancio partecipativo sia!

Mi sento di suggerire che le idee siano indirizzate alla vivibilità della città a partire dalla periferia.

La creazione di luoghi belli e vivibili come priorità.

I progetti di inclusione, quelli di aiuto a categorie specifiche, quelli per "pochi" lasciamoli all'amministrazione che li deve fare per obbligo istituzionale.

Pensiamo piuttosto a cose semplici che siano per tutti.

Altra grave pecca di questo metodo è l'impossibilità di inserire gli interventi in un piano globale di zona.

La nostra zona verrà inevitabilmente stravolta dalla semi-cementificazione dello scalo romana.

In primis la viabilità: la zona sarà residenziale di alto livello (visti i parchi e le aree vivibili, i sevizi e le zone commerciali).

Sarà realizzata secondo criteri moderni che terranno separati i palazzi residenziali dalle zone commerciali e dal traffico.

I mezzi pubblici la percorreranno in lungo e in largo, a martire dalla M4 se mai sarà finita.

La conseguenza di mettere tutto il bello della città lì sarà che la zona vecchia, quella che sta a sud dello scalo, rischia di essere sacrificata e diventare il posto brutto dove ci sono le case popolari, gli immigrati, il degrado, poca sorveglianza, pochi servizi e tanti poveri lavoratori necessari a far funzionare la città.

Ecco, per evitarlo dovremmo riprogettare tutta l'area, partendo dalla considerazione che il traffico "buono" sarà dirottato nell'area commerciale dello scalo (con parcheggi, negozi e aree pedonali).

Quindi tolti i kebab e i minimarket asiatici i negozi migreranno vicino alle aree più ricche e frequentate.

La viabiltà dei quartieri va riprogettata nell'insieme per renderla funzionale a una zona non più di passaggio ma residenziale, e se vogliamo che sia competitiva con l'area dello scalo vanno creati nuovi spazi di vivibilità, attrazione ed interesse.

Aumentare le aree pedonali, i parcheggi, le piste ciclabili. Difendere in ogni modo i servizi presenti.

Non deve accadere che per andare al comune si va allo scalo romana, o per mangiare un gelato si va allo scalo. Il parco? Allo scalo. Il supermercato? Allo scalo...

Ma questo temo accadrà senza un progetto omogeneo completo e globale capace di dare una identità e nuova vivibilità alle zone periferiche che già oggi faticano ad essere vissute dai cittadini che le abitano.

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta