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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 11-11-2017 alle 18:35

Gentilissima Rita,

ammiro l’entusiasmo con il quale Lei promuove il progetto.

Sono in accordo con quanti come Lei si tuffano nell’innovazione soprattutto in tema all’energia, sia essa declinata alla mobilità cittadina, sia essa rapportata ad altre possibili discipline tecniche.

Il progetto è interessante dal punto di vista tecnico e soprattutto molto aderente alle tendenze del periodo storico in cui ci troviamo, dove tutto viene pensato in funzione di un’idea di città " smart ".  

Rendere molti condomìni o case " smart ", apparentemente porta a pensare che ci si possa davvero tuffare nel tema di fondo, cioè l’abbattimento di una % d’inquinamento, privi di qualsiasi dubbio o perplessità sull’argomento che invece richiederebbe molti approfondimenti peraltro multidisciplinari.

Mi permetta di esprimere in parte le Mie perplessità, soprattutto in funzione di una corretta informazione o meglio, una visione d’insieme.

Stiamo parlando di applicare questa tecnologia in primis per dare un contributo importante all’abbattimento dell’inquinamento cittadino, diminuendo il traffico veicolare alimentato a combustibili convenzionali.

Tale idea è senz’altro in linea con le recenti scelte governative che, pur articolate, sono orientate su un aumento delle auto elettriche, peraltro auspicato dalla stessa giunta meneghina, da qui l’ottimo tempismo di questo progetto che sembra " a completamento " di un quadro oramai già definito.

Ma come si ricaricano le batterie delle macchine elettriche ?

Ricarica vuol dire ( per approssimazione ) : 

I (utilizzo di corrente necessaria alla ricarica) x Σr ( somma delle ricariche ) x V   = P ass. totale = consumo di energia in Kw/h

Lei converrà che tutto passa attraverso il principio di conservazione di Lavoisier poi associato alla conservazione d’ energia " tout court ":

nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Quindi l’energia necessaria alla ricarica da dove viene ?

Almeno che non si dia per scontato che tutti i palazzi si equipaggino di pannelli fotovoltaici distribuiti su tutta la copertura dei loro tetti ( 3 Kw sono circa 25 m2 senza considerare il tempo di irraggiamento efficace, determinate per calcolare di quanta potenza installata si ha bisogno nell’unità di tempo e quindi di superficie occorrente )   o peggio con sistemi microeolici ( un 3 Kw ad asse orizzontale necessita di una velocità del vento nominale, cioè la velocità necessaria per produrre i 3 Kw, pari a 10 - 12 m/s cioè circa 43 Km/h ) a Milano sarebbero del tutto inefficaci a causa della bassa velocità del vento peraltro elemento aleatorio, si può supporre che la maggior % di energia verrebbe prelevata dalla rete elettrica convenzionale.

Questi primi elementi, ad oggi, portano in se diverse perplessità sugli intenti che questo progetto pare avere, alle quali aggiungere delle riflessioni :

1) Probabile inadeguatezza delle sezioni dei cavi elettrici che alimentano i condomini in funzione di una maggiore richiesta di energia per cui sarebbe necessaria una domanda di potenziamento delle linee e di nuovi sistemi di contabilizzazione " ad hoc " , quindi costi aggiuntivi con tempi di rientro della spesa discutibili rispetto ad un ipotetico guadagno sui Kw/h erogati. Quanti possono permettersi si tanta spesa senza rientri certi un tempo ragionevole ?

2) Nei pochi casi in cui si avrebbe un'adeguata sezione, l’aumento di energia richiestagraverebbe sul sistema nazionale elettrico con un aumento dell'attività delle centrali produttive e quindi con una ricaduta sul clima oltre che sulla rete di distribuzione già messa a dura prova dall’aumento esponenziale di consumi pro-capite ( in Italia abbiamo linee inadeguate o obsolete, centrali termoelettriche ferme per i costi di produzione, difficoltà varie di gestione, ecc.)

3) Maggior numero di auto elettriche ( dotate di batterie ), maggiore richiesta di smaltimento critico delle stesse a fine vita. Per lo smaltimento occorrono impianti particolari che in Italia sono ad oggi scarsi. Sarebbe necessario potenziare la rete di smaltimento peraltro fatta di cicli termici a loro volta inquinanti, oppure effettuare dei trasferimenti delle batterie esauste in altri paesi dotati di impianti idonei, a quali costi e a carico di chi ?

4) Il coinvolgimento del comune nel progetto sarebbe un impegno economico aggiuntivo ricadente su altre possibili attività magari più importanti. A favore di chi ? Dei soliti sistemi economici superiori in grado di dotarsi di una seconda macchina a trazione elettrica per uso cittadino.

Se si resta nell’ambito della sperimentazione, o in un contesto universitario va anche bene, ma il settore pubblico si occupi davvero di abbattimento dello smog, non con le solite proposte di riduzione del traffico veicolare convenzionale semplicemente perché è la tendenza del momento, peraltro a costo zero per le casse comunali in quanto totalmente a carico del povero cittadino non dotato di vettura eco, o, nella migliore delle ipotesi, a carico dello stato sulla base delle eventuali incentivazioni all’acquisto di auto elettriche peraltro molto costose e poco sostenute dalle case automobilistiche italiane.

Pur con grande attenzione ai temi generali relativi alla sostenibilità ecologica, sono fermamente convinto che il problema principale siano gli scarichi dei sistemi di riscaldamento e dal rilascio degli impianti termici energivori che immettono in aria fumi o vapori caldi e gas inquinanti.

E’ su questo tema che occorre un confronto dal quale sviluppare una strategia esente dagli interessi dei grandi players impegnati nel settore delle rinnovabili o delle tecnologie definite pomposamente smart.

Allargo il focus :

prendiamo i casi di impianti artificialmente classificati virtuosi e smart in quanto dotati di home automation gestibile via smartphone ( chi vorrebbe di più ) ; quanti hanno l’analizzatore di fumi sullo scarico della caldaia e un sistema automatico di gestione del bruciatore che ne ottimizzi la curva di rendimento a favore di un minor consumo energetico e un minor rilascio dei gas incombusti di scarico ? Quante caldaie hanno il post bruciatore e un sistema di recupero dei gas ? O si pensa che il risparmio è dato dalle semplici valvole termostatiche senza nessun controllo al bruciatore ? Le analisi di costi / benefici spesso sono nelle mani delle stesse aziende che hanno un interesse particolare.

Su questo bisognerebbe adottare delle politiche incentivanti e soprattutto effettuare corrette campagne d’informazione al cittadino, anche sui temi a forte componente tecnica, creando un sistema di tutela obbligatoria, cioè asseveramento passante per un Ente accreditato o per una commissione comunale fatta di esperti possibilmente liberi di decidere.

Quanto sopra è certamente un’opinione personale alla quale potranno seguire smentite per le quali sarei anche grato, ma su basi tecniche e non filosofiche o peggio, demagogiche.

Mi perdoni ( se può ), Lei continui a sostenere questo progetto ma davvero c’è bisogno di altro per rendere Milano Smart a partire dalle capacità di chi dovrebbe pensare al benessere dei cittadini con lungimiranza e concretezza senza lasciarsi prendere dalle mode e tendenze o peggio dagli interessi personali.

Gianluca Gennai.

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