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Gentile Vigo;

come Lei sa la seguo con interesse su partecipaMi in quanto osservatore acuto delle vicende di periferia, trasporti e non solo, argomenti che ci accomunano e spesso ci fanno sentire impotenti davanti alle tante mancanze e, mi lasci dire, assenze.

Lei ha ragione, le periferie sono ancor più lontane da quell’idea di rilancio proprio a seguito delle tantissime promesse fatte in campagna elettorale peraltro ad opera sia dei candidati di sx che di dx.

Appare ancor più evidente la distanza tra le promesse del sindaco e quello che fino ad oggi si è potuto vedere realizzato o almeno iniziato nella maggior parte delle periferie anche a opera delle scelte e orientamenti in seno all’accoglienza.

I temi sono diversi, ci sono progetti che hanno decollato e altri no. Senz’altro molti progetti di rigenerazione urbana sono venuti meno come la sicurezza sociale ma anche l’idea di partecipazione vera dei cittadini e il degrado fino a una vera e propria controtendenza soprattutto in tema ai centri di prima accoglienza che sono passati da essere provvisori a essere definitivi ai danni dei quartieri milanesi già saturi di gente border line e bande che si stanno affermando al posto della vecchia generazione malavitosa.

Tutto questo ha portato molte persone ad allontanarsi da quella componente politica che fino a ieri garantiva il sostegno sociale e un occhio di riguardo a favore di un certo ceto sociale anche se spesso a fini propagandistici ( ma allora almeno gli anziani potevano sostare nei parchi di periferia senza essere aggrediti e derubati ).

Se la periferia era il punto di forza della campagna elettorale, è stata la nemesi politica totalmente non prevista.

Il destino delle periferie è questo, la storia parla chiaro, mentre il centro ha mantenuto forti connotati anche storici e al centro sono state riservate le maggiori attenzioni, le periferie sono state inglobate, raccolte, separate anche dai loro confini storici, ridisegnate in funzione delle esigenze speculative a ogni livello, sfruttate e svuotate fino alla perdita d’identità e con essa decoro ma non la dignità ne la forza di contestazione che oggi si è espressa chiaramente nel voto.

Gianluca Gennai.