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Inviato da avatar Michele Sacerdoti il 07-06-2018 alle 23:07

Ho letto con attenzione l'ultimo intervento di Giorcelli.

Purtroppo ha come l'intervento di apertura l'obiettivo di trovare ragioni tecniche per affossare l'opera.

Crredo che la decisione non si possa basare su aspetti di dettaglio come il fatto che i passeggeri del battello dovranni scambiarsi i posti se vogliono vedere l'altro lato della strada, cosa che possono sicuramente fare o i costi del biglietto per compiere tutto il tragitto, perchè secondo me nessuno lo farà tutto visto il tempo necessario ma gli utenti ne percorreranno solo un tratto.

Si potrà sicuramente trovare un sistema di tariffazione che paghi i costi vivi del battello e che lo riempia a sufficienza, con tariffe differenziate e last minute come sugli aerei.

Ritengo importante invece l'attrattività che Milano avrà come città d'acqua. Non è vero che Milano sia una città legata solo al turismo di affari. Dopo l'Expo i turisti vengono per vedere la città e non solo gli eventi commerciali e di affari. Lo si può capire dal numero delle presenze negli alberghi che ormai pareggiano città come Firenze e Roma e dalla quantità di autobus turistici parcheggiati in giro per la città.

Nel 2017 vi è stata una crescita dei turisti del 10% distribuita in tutti i mesi dell'anno (vedi articolo del Giornale del 20/1/2018).

La riapertura dei Navigli aumenterebbe questa tendenza qualificando Milano anche come città d'acqua. I turisti con cui ho parlato sono entusiasti di poter tornare un giorno a vedere Milano con i navigli riaperti. E sono sicuro che anche per noi milanesi avere i navigli riaperti sarà motivo di orgoglio, e non solo per gli abitanti del centro città.

A mio parere la riapertura dei Navigli dovrebbe essere finanziata in parte con la tassa di soggiorno, il cui ricavato è in crescita e che è giusto sia investita in un'opera che aumenterà il flusso turistico. L'incasso previsto per il 2018 è di 45 milioni di euro, grazie anche ai 3 milioni previsti da Airbnb e ripagherebbe il costo della prima fase della riapertura in 3 anni.

Al tempo dell'Expo avevo proposto di raccogliere fondi dai visitatori coivolgendoli con un crowd-funding internazionale per la riapertura dei Navigli e credo lo si potrebbe fare ancora con la promessa di una città più bella quando torneranno a visitarla.

Un professore dell'università di Pacenza aveva calcolato qualche anno fa che con l'aumento del giro di affari di alberghi, ristoranti e negozi si ripagherebbe la riapertura in pochi anni.

Dobbiamo essere aperti a una visione del futuro in cui Milano non si abbellisce di grattacieli ma di vie d'acqua. Ce ne sono anche di più piccole che potrebbero essere riaperte: dieci anni fa, quando si era pedonalizzata via Spallanzani avevo proposto di riaprire la Roggia Gerenzana che la percorre e di costruire un ponte in via Melzo ma il Comune temeva i topi e le carte gettate nel canale e si è fatta una pedonalizzazione tradizionale. Ma non ho perso la speranza che un giorno lo si possa fare, sull'onda dell'entusiasmo per la riapertura dei Navigli.

Sono sicuro che dopo la riapertura di cinque tratti proposta dalla Giunta i milanesi spingeranno per una riapertura totale, facendo tacere gli scettici.

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