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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 14-09-2018 alle 16:55

Che si parli di Quarto Oggiaro oggi come ieri, secondo convenienza, non è retorica, se si pensa a quanti soldi sono stati spesi, prima per renderla pronta ad accogliere migliaia di emigranti facendo fare soldi su soldi ai privati ( costruttori che a Roma si chiamano palazzinari ), poi per cercare di recuperare le tante mancanze a livello di urbanizzazione dando spazio a progetti anche innovativi, con quartieri autosufficienti in zona Vialba ( INA casa ) forse  più vivibili, meno brutti, tuttavia isolati, infine per recuperare un po’ di distanze sociali attraverso tentativi di integrazione dei ceti sociali più in difficoltà, attuata dalle associazioni del terzo settore o cattoliche tutt’oggi impegnate in  prima linea.

Su tutti, hanno giocato un ruolo fondamentale, le Associazioni di cittadini come Quarto Oggiaro Vivibile, associazioni trasversali che hanno un ruolo centrale e che rappresentano molto bene la mentalità della gente del posto, disposta a rimboccarsi le maniche quando c’è bisogno.

Ma le Periferie soffrono ancora, nonostante siano ben distanti da quelle immagini degli anni 70/80. Sono certamente più integrate con la città ma non completamente inserite nel tessuto sociale cittadino, soprattutto ancora lontane da essere considerate delle risorse buone, anche la dove certe risorse ci sono a livello di patrimonio storico e architettonico.

La grande attenzione per Quarto Oggiaro, ci fu a partire dagli anni antecedenti  EXPO 2015, quando la giunta Moratti, ebbe le certezza che Milano si era aggiudicata l’Esposizione Universale.

In quel periodo, il Comune si aggiudicò i fondi europei URBAN2, la giunta ebbe l’occasione di far partire la ristrutturazione della zona e di Villa Scheibler, già nelle proprietà comunali ma caduta in un desolante abbandono per anni, insieme al Suo grande parco. Questo scempio era il simbolo del degrado della zona, l’onta per i cittadini che abitavano Quarto Oggiaro, Musocco e Vialba, quartieri con storie antiche più o meno note, tuttavia importanti, che non sarebbero dovute cadere nell’oblio o eclissate in nome del progresso della grande città industriale, ma che così è andata.

I fondi Europei URBAN2, arrivarono per via del progetto presentato da Milano, riguardante la ristrutturazione delle periferie ivi compresa Villa Scheibler. Il quartiere andava reso più bello, anche perché destinato ad avere un ruolo importante durante EXPO 2015, come punto di appoggio strategico, o almeno questi furono i temi espressi dalla Signora Moratti, durante l’inaugurazione, davanti ai rappresentanti della Comunità Europea, invitati a vedere come Milano aveva ben investito i fondi ricevuti.

Al posto della Società Expo, a Villa Scheibler arrivò il PIM, Istituto di Studi Metropolitani, nato per dare un supporto alla Città Metropolitana, nelle varie discipline di sviluppo del territorio metropolitano. Un'organizzazione privata e formata dai comuni del territorio, in quota parte secondo il numero dei residenti di ciascun Comune (ovvia la capofila Milano). Tradotto in parole semplici, un Ente privato a trazione Pubblica e quindi Politica, dove arrivano i finanziamenti dedotti dai bilanci comunali, in previsione di una Città Metropolitana che dovrebbe poi, essere autonoma, magari integrando lo stesso PIM e quindi risparmiando un ben po’ di soldini dei contribuenti non solo milanesi.

La Signora Moratti ebbe certamente un ruolo positivo e i Suoi obiettivi furono centrati in pieno rispetto ai progetti presentati per URBAN2, dopo di che, la spinta a integrare definitivamente la zona, nel progetto Expo si perse.

La prima operazione negativa nei confronti della Villa e della zona  arrivò dall’ ex AD Stanca, scelto come timoniere di Expo 2015  prima dell’arrivo del Dott. Sala.

Stanca, uomo non per la periferia, dichiarò che Quarto Oggiaro, pur con la Sua bella Villa Scheibler, non andava bene come quartiere simbolo, invece molto appoggiato dall’allora presidente di Regione Lombardia Formigoni ( la Regione Lombardia aveva un ruolo fondamentale sul piano Expo ).

Stanca definì la zona come " non adatta " alla città, che invece andava rappresentata con maggiore decoro, intercettando i malumori dell’intellighenzia milanese, con una sede all’altezza delle importanti personalità che sarebbero state invitate a prendere parte a incontri, tavoli tematici ecc. Insomma non era certo il salotto buono di Milano.

Esso definì inappropriata la Villa, anche come sede di uffici di Expo. Cosi Quarto Oggiaro perse la centralità che aveva nel progetto Expo 2015, cosa che poi non fu ripristinata con la gestione successiva del Dott. Sala, l’attuale Sindaco di Milano, nonostante ne avesse l’opportunità vista la carica arrivata in emergenza, quindi con il massimo dei poteri dirigenziali, economici e politici. Invece si trovarono i soldi per fare la Strada Interquartiere Eritrea/Expo, non come la si vede oggi, completamente interrata, ma con un’ampia zona in trincea, un cratere tra la Vecchia Musocco e Vialba, al quale progetto si opposero gli stessi cittadini, con successo.

Insomma, la zona non ce la fa a togliersi dalla palude della discriminazione, e con essa la Villa, ancor più dopo l’abbandono dell’Istituto Mario Negri, un " unicum " in grado di portare nuove figure sociali, vero e proprio vessillo di cui si poteva ancora vantare il Quartiere. Nessuna Istituzione privata che conta, vuole portare qui i propri uffici, eppure questo contribuirebbe a dare una spinta al cambiamento definitivo di una zona che comprende, Vialba e La Vecchia Musocco a rischio elevato e che avrebbe bisogno di innesti sociali diversificati, per arricchire quella parte di ceto sociale medio tuttavia esistente e certamente cosciente del degrado pur senza discriminazione.Investimenti privati sono stati fatti in zona Stephenson, tuttavia rista un'incompiuta.

Oggi è in atto, un processo di trasformazione dell’area Expo, con Mind, tuttavia non sembra si pensi a questa zona come a un’opportunità di crescita di un’area vasta e complessa che parte da Stephenson e arriva a Quarto Oggiaro, non ancora definitivamente integrata e trasformata in una vera e propria area di sviluppo urbanistico e recupero del degrado.

Tutt’oggi non si vede un’integrazione definitiva anche della stessa Villa Scheibler nonstante la bellezza restituita, nel circuito importante degli eventi meneghini, quando invece sarebbe auspicabile un Suo utilizzo a livelli superiori, essendo un patrimonio nelle mani del Comune, che ha anche un dovere morale verso il passato storico di questa dimora,  che ha ospitato figure del calibro del Moro prima del 1500 e poi dei conti Scheibler imparentati con i baroni Weil-Weiss e celebri per aver dato una spinta fondamentale all’ippica nazionale ( un'importante manifestazione del settore porta il suo nome ) oltre che alla cultura, basti pensare alla biblioteca trivulziana che porta il nome del Barone Giuseppe Weiss, come ben spiegato dallo storico Daverio, che elogiò la scelta della Villa e del quartiere, come punto focale di Expo, eleggendosi a paladino dell’integrazione della periferia, definendo Quarto Oggiaro un bel quartiere ben lontano dagli stereotipi.

Gianluca Gennai.

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