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Inviato da avatar Franco Bomprezzi il 01-10-2011 alle 12:45

Gentile Valentina, apprezzo lo spirito della sua proposta. Iniziative di questo genere sono state realizzate in molti Comuni italiani, nei decenni passati, ne ricordo la prima, forse, a Padova, nei primi anni '80. Le assicuro, vivendo io in sedia a rotelle da sempre (e ho 59 anni), che purtroppo questo tipo di situazioni risultano purtroppo effimere e poco efficaci, liberano da qualche senso di colpa, costruiscono sensibilità momentanea, ma poi tutto torna come prima. Hanno l'unico effetto positivo per gli assessori di turno che si fanno un po' di pubblicità con le foto dei giornali e le riprese televisive.

E poi non c'è solo la disabilità motoria, ma anche quella dei sensi: perché non passare la medesima giornata a occhi bendati, o con le orecchie perfettamente tappate? Senza contare il vederci pochissimo: provare per credere, a muoversi in casa usando un paio di occhiali che alterano il visus fino a permetterci di vedere solo delle ombre. Eppure facciamo tutti finta di non sapere che questa situazione riguarda migliaia di cittadini, assai più dei disabili in sedia a rotelle.

Dico questo non per scoraggiare questo desiderio di maggiore attenzione alla mobilità e ai diritti delle persone con disabilità, anzi. Penso però che ora non abbiamo bisogno di gesti spettacolari, ma di iniziative concrete, basate sulle leggi e sulle norme esistenti, che vengono sistematicamente eluse o ignorate.

Ora occorre tanto lavoro (il che, in assenza di fondi sufficienti, rende ancora più complesso il cambiamento). Tanto per intenderci con chiarezza: quando c'erano i soldi a disposizione, le amministrazioni precedenti non hanno fatto praticamente nulla per rendere Milano accessibile a tutti. Esisteva un obbligo di legge, la realizzazione di un Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche, mai realizzato, mai presentato, mai finanziato.

Ora mi accorgo che, anche in conseguenza dell'incarico (gratuito) che mi è stato proposto dal sindaco e dall'assessore Majorino, si è creata molta aspettativa in città rispetto a questi temi, ma devo dire che la strada sarà in salita, e ripida. E occorre soprattutto puntare sulle opere di ordinaria manutenzione stradale, sulla segnaletica, sul lavoro nei quartieri, sulla sensibilizzazione di tutti coloro che effettuano lavori pubblici, piccoli e grandi. Questo lavoro oscuro potrà portarci, forse, fra cinque anni, ad avere una città migliore.

Conto anche sulla sua sensibile attenzione. Grazie!

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