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Inviato da avatar Irene Pizzocchero il 15-10-2018 alle 17:29

Nel 2011 il centro balneare situato in Città Studi e dedicato allo sportivo Guido Romano, conosciuto come “la Ponzio”, fu concesso dalla Giunta comunale in uso gratuito al Politecnico, confinante con la facoltà di Architettura, per permettergli di costruire delle residenze sopra i locali degli spogliatoi e ususfruire di 8 milioni di fondi messi a bando dal Ministero dell’Istruzione (MIUR).

Le residenze non sono state ancora costruite e ci auguriamo non lo siano mai, ma il Politecnico continua a utilizzare da padrone gli spazi (ha per anni affittato i locali a una libreria e adesso li usa per il suo laboratorio di modellistica mentre il cortile è invaso dalla sua spazzatura), ha intenzione di costruire un nuovo edificio attaccato ai giardini e sta minando la stabilità del muro di recinzione adiacente al campus di Architettura in fase di ristrutturazione (su disegno di Renzo Piano).

Ricordiamo che il centro balneare è di proprietà comunale, è gestito da Milanosport e lo scorso anno ha sfiorato le 75 mila presenze. E’ facilmente raggiungibile, essendo in prossimità della fermata Piola della metropolitana verde.

E’ stato costruito nel 1929 sulla base di un progetto dell'architetto Luigi Secchi (lo stesso della piscina Cozzi) ed è tutelato da due vincoli: regionale e della Sovrintendenza alle Belle Arti.

La sua vasca, lunga 100 metri e larga 40, è la seconda più grande di tutta Milano (la prima è il Lido di piazzale Lotto) e ha a disposizione dei giardini alberati che durante il periodo di chiusura della piscina rimangono aperti al pubblico e sono frequentati in particolare dai bambini molto piccoli, essendo completamente recintati, inibiti ai cani e serrati di notte. In zona, non esistono altri parchi per bambini con le stesse caratteristiche.

La Giunta che nel 2011 approvò la delibera in favore del Politecnico non ha mai chiarito perché cedette tale importante bene pubblico. Solo l’attuale assessore all’urbanistica ha giustificato l’operazione con la mancanza di fondi per la ristrutturazione della piscina (anche se non si hanno notizie di rapporti tecnici sul suo stato ed eventuali preventivi di spesa), a cui avrebbe invece pensato il Politecnico.

Peccato però che dei fondi del MIUR neanche uno sia destinato a migliorare l’impianto comunale. I fondi non sarebbero sufficienti nemmeno per costruire le residenze. Per tutto il progetto del Politecnico, quindi anche per la sistemazione dell’area balneare (con interventi invasivi quali la realizzazione di spa e zone benessere), è necessaria la partecipazione di partner privati, ma guai a parlare di privatizzazione.

Asesso quindi lanciamo, insieme al comitato per la difesa della piscina e dei giardini, un appello pubblico affinché la Ponzio torni nella completa disponibilità della collettività e venga cancellata la delibera con cui si regalava il centro balneare al Politecnico. Con l'auspicio che sia il Comune in prima persona a farsi carico di una sua eventuale e rispettosa ristrutturazione, sicuri che i soldi si possano trovare senza bisogno di cederla ai costruttori.

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