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Mi chiedo (ed in parte mi rispondo) se in città e provincia pizzerie e ristoranti che utilizzano il forno a legna sono tante e che impatto possono avere sul rilascio di ceneri e/o polveri sottili.

Non credo che il fenomeno sia macroscopico, tuttavia una certa rilevanza la deve avere, sarebbe interessante capire l'impatto unitario medio teorico di ogni forno per poi moltiplicarlo per il numero di operatori medio teorico giornaliero e capirne l'incidenza possibile.

Piccola o grande, anche questa (come il riscaldamento a bruciatura di pellet che oggi in questo ottobre tropicale però non è ancora attivato) è una fonte di polveri sottili in ambito urbano. Pongo il problema in formula assolutamente dubitativa, lo dico prima di scatenare risposte inadeguate al problema sollevato già in partenza con le pinze, e tuttavia spero che il fenomeno sia già censito.

Comunque vorrei far notare che in questi giorni a Milano anche nelle vie solitamente meno trafficate si addensa un traffico insolitamente consistente e molto fastidioso pressochè ovunque, probabilmente il bel tempo invita molti residenti (dal tempo libero) ad uscire in auto con più frequenza nell'arco della giornata in modo diffuso.

La combinazione fatale, clima con stagnazione dell'aria e concentrazione di continue emissioni, provoca inevitabili sforamenti delle concentrazioni critiche di polveri sottili, al di là delle ordinanze in vita occorre pensare a prevenzione più efficace e limiti più stretti alla circolazione di mezzi, il sistema non può reggere e la salute viene comunque compromessa, forse il tutto serve a salvare gli amministratori che hanno un alibi per non essere incolpati di incuria, ma se mi si permette, questa è solo una cura palliativa e francamente offende il buon senso di tutti noi.

Col sopraggiungere del freddo capiremo l'andamento del fenomeno, visto che il riscaldamento è, con tutta probabilità, il grande imputato dell'inquinamento invernale dell'aria, per la sua diffusa e massiccia estensione e distribuzione.