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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 01-07-2019 alle 17:49

Buongiorno.

Un tempo si parlò della " Cittadella della salute " per l'Ospedale Sacco.

Sembrava tutto ok, soldi, permessi, politica, invece ci fu un " dietro front ", bisognava spostare i riflettori su Sesto San Giovanni, su una zona da riqualificare più agevolata, più vicina al pensiero di una città metropolitana che guardasse oltre i confini del comune milanese oppure altro.

Sta di fatto che, l'ospedale Sacco, uno dei più antichi nosocomi della città, non fosse più al centro delle attenzioni della Regione Lombardia ne della giunta milanese. Giochi di potere? Sicuramente tanti soldi in gioco e una "raison d'état" politica che spesso vede e prevede.

Oggi l'ospedale Sacco cade letteralmente a pezzi, e ciò nonostante, molti responsabili,  attribuiscono l'evento della caduta di parte dei soffitti, alla bomba d'acqua del 27 Giugno. 

Certo che il fattore scatenante lo si associa alla bomba d'acqua, ma questo dovrebbe annullare le responsabilità di molti, declinandola a un evento straordinario?

Tuttavia, non si può fare a meno di pensare al quartiere Roserio, al fatto che già durante l'Expo, non fu mai un luogo compreso nelle ristrutturazioni, cosi come non lo è oggi, nonostante la posizione strategica sia geografica che stradale, con il nuovo polo MIND. La sensazione è che questo quartiere sia quell'Aliter Ubi che bene i latini definivano, un altrove che è indefinibile, un nulla a tal punto da non essere visto da nessuno nonostante ci sia.

Purtroppo non possiamo fare molto noi cittadini, se non protestare per quanto possibile, contro una gestione delle cose pubbliche assai discutibile.

Questa vicenda ci accomuna ai tanti casi che, di solito, fanno parte di una malagestione della " cosa pubblica " al sud dell'Italia, a dimostrazione del fatto che quando suona la campana, suona per tutti (Hemingway).

In allegato 2 foto:

- il crollo al Sacco.

- Il rudere di una chiesetta del 600, facente parte dei " corpi santi ", situata davanti all'ingresso del Sacco e adiacente a quello che doveva essere l'ingresso di Expo 2015, mai utilizzato se non dagli autorizzati.

Gianluca Gennai

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