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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 30-08-2019 alle 12:15

Il WEB è in continua evoluzione, ma paradossalmente a segnare il destino di RCM potrebbe essere l'evoluzione  delle istituzioni comunali e dei cittadini.

Le istituzioni hanno imparato ad integrarsi, a modo loro, con la rete web.

Offrono servizi telematici proprietari sempre più invasivi, non coordinati, non legati a una visione di rete civica ma di trasformazione chiusa all'esistente.

I cittadini nel frattempo si abituano male e passato lo stupore per la novità ora confrontano i servizi privati a quello pubblico e maturano la convinzione che i servizi pubblici via internet sono una fregatura.

In particolare la partecipazione 1.0 nasceva dalla possibilità che dava il WEB di intervenire direttamente a controllare e curare i propri interessi civici.

Le istituzioni, poco preparate alla novità, erano fragili e influenzabili anche da una leggera partecipazione popolare.

Oggi ovviamente si sono preparate e anche la partecipazione via web è stata imbrigliata in procedure farraginose, e se prima era un evento straordinario oggi è la normalità ed è facile anteporre ai progetti di partecipazione di uno altri progetti preconfezionati.

E sì: la strategia dell'amministrazione si basa su due assunti.

1) Proporre tavoli di partecipazione complicati e inconcludenti.

A memoria mi ricordo il progetto di riqualifica di piazza castello ma ce ne sono stati a centinaia.

Apri al pubblico, ai cittadini, ampi spazi di partecipazione.

Lo fai lavorare a progetti di bilancio o ristrutturazione del territorio.

Allunghi le procedure oltre il limite della sopportazione.

Scegli il progetto redatto dai tuoi tecnici (che hai fatto competere con gli altri).

Non realizzi neppure quello.

2) Demandare ai cittadini il lavoro delle istituzioni.

La fame di partecipazione ha permesso una distorsione aberrante della realtà.

Io comune ho il compito di svolgere un compito con le mie competenze e sono lautamente pagato per farlo.

Non lo faccio?

Lo faccio male?

Va bene, fallo tu cittadino.

Partecipa, disbriga ogni faccenda al posto nostro.

Noi siamo comunque pagati e se c'è qualcosa che non vogliamo sia fatta sapremo complicare le procedure in modo da rendere impossibile anche a te farla... e sarà colpa tua.

 

Queste le due mosse scorrette a cui bisogna porre rimedio attraverso una rete civica di partecipazione che si basi sul lavoro effettivo delle istituzioni e non dei cittadini.

Anche il controllo deve essere fatto dalle istituzioni stesse.

Il cittadino è qualcosa in più.

Il cittadino controlla e agisce liberamente, spinto da spirito civico e non imbrigliato da obblighi e procedure.

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