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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 17-10-2019 alle 12:57

Intendiamci; nessuna critica per le società di calcio a diritto privato rispetto ai loro progetti d'investimento, invece assolutamente sì verso il comune di Milano che dovrebbe tutelare San Siro per quello che rappresenta. C'è un progetto dell'Ing. Aceti, docente del Politecnico di Milano ma sopratutto persona ragionevole, che descrivo riportando un'intervista rilasciata dal Professore.

Chi meglio di Lui può descrivere quest'idea assolutamente di buon senso ma anche ingegneristicamente eccellente.

Mi auguro non resti sulla carta.

Auguri Professore.

Gianluca Gennai

Da: FC INTER 1908.IT

Riccardo Aceti, docente di tecnica delle costruzioni del Politecnico di Milano, nella giornata di lunedì ha presentato al Comune il progetto per l’utilizzo del terzo anello di San Siro come galleria panoramica. Ai microfoni di Tuttosport, Aceti ha spiegato meglio la sua idea:

 Ingegnere perché è un bene ristrutturare San Siro?

«Beh perché è un elemento simbolo dell’architettura e dell’ingegneria sportiva. E perché ha un’unicità che va mantenuta. Il nostro studio va in questa direzione: non pensiamo a una demolizione, ma a una decostruzione di alcuni porzioni del terzo anello, con l’inserimento nelle torri di ascensori. Le gradinate vengono così sostituite da una galleria chiusa con vetrate che danno sull’impianto e verso l’esterno dove ospitare spazi commerciali, multimediali, un museo e punti di ristoro garantendo allo stadio un’apertura per 7 giorni su 7».

 In base al progetto, Milan e Inter sarebbero costrette a traslocare da San Siro durante i lavori?

«Il terzo anello è nato come struttura staticamente indipendente nel 1989-90 ed è l’unico su cui è possibile lavorare senza interferire sulle attività dell’impianto, gestendo quindi l’attività delle squadre nei periodi di cantierizzazione. Sarebbe come tornare indietro alla stagione che ha anticipato i Mondiali in Italia».

Quali potrebbero essere i costi dell’operazione?

«La ristrutturazione prevista nel masterplan prevede per una cifra di circa 500 milioni l’abbassamento della copertura, la demolizione del terzo anello, torri comprese, la ristrutturazione pressoché totale del primo anello. È chiaro che limitando l’intervento al terzo anello con l’inserimento dei nuovi volumi tutti in quota ci sarebbe un pesante abbattimento dei costi che varrebbe la pena di essere considerata in funzione di una ristrutturazione di San Siro. La nostra scelta, in tal senso, è radicale: è il nuovo terzo anello, così pensato, che deve dare un valore aggiunto allo stadio, tenendo presente che le dimensioni dell’intervento riguarderebbero 11mila metri quadri, ovvero due campi da calcio. Questa soluzione, che è possibile solo a San Siro, inoltre permetterebbe di mantenere l’unicità dell’impianto nel mondo senza copiare quanto già accade all’estero».

Un’idea che ricorda quanto già fatto alla Scala con il parallelepipedo e l’ellissi di Botta che hanno permesso al teatro di conservare la sua iconicità rimanendo al passo con i tempi.

«Esatto. Non a caso ho intitolato il mio intervento “Una galleria panoramica per la Scala del Calcio”. Trovo ci sia un’attinenza con quanto fatto per il teatro vista la tipologia di intervento. Anche perché non va dimenticato che così pure le famiglie che amano il rock potrebbero trovare una nuova prospettiva da cui seguire i concerti».

Ritiene che il secondo anello, alla luce della lettera mandata al sindaco dalla Sovrintendenza, possa davvero essere oggetto di vincolo?

«L’azione della Sovrintendenza va presa in grandissima considerazione e io mi sento di appoggiare questa presa di posizione. Considerato che l’appellativo “Scala del Calcio” è stato coniato negli anni ‘60 proprio per la forma che aveva assunto l’impianto, creare questa galleria panoramica come cappello del secondo anello può simbolicamente completare questo teatro consacrato al calcio».

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