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Inviato da avatar Mario Giorcelli il 17-12-2019 alle 08:53

UN CONTRIBUTO A LLA DISCUSSIONE SUGLI STADI    

A seguito della Delibera di Giunta che riconosce l’interesse pubblico della proposta  del Milan e dell’Inter a condizione che

-  lo stadio Meazza venga rifunzionalizzato (e quindi  non  completamente demolito, come invece previsto nella proposta delle squadre).  

- le opere funzionali al finanziamento degli impianti sportivi (spazi commerciali, uffici, hotel, etc.) siano contenute entro  l’indice territoriale di 0,35 mq/mq., 

i due  Club hanno risposto che “si riservano di analizzare nel dettaglio l’atto e di valutare se le condizioni poste siano compatibili con la fattibilità e la sostenibilità economica del progetto”.

Quali potrebbero essere le conclusioni delle due squadre?

Probabilmente una delle seguenti:

  1. Accettano le condizioni del Sindaco ipotizzando un nuovo stadio meno costoso, al fine di compensare la maggior spesa per rifunzionalizzare lo stadio esistente e la perdita di risorse economiche a seguito della minore edificabilità concessa per le opere  funzionali al finanziamento degli impianti sportivi;
  2. Accettano parzialmente le condizioni del Sindaco motivando lo scostamento dalle condizioni indicate con il fatto che, qualora dovessero attenervisi, l’intervento  non sarebbe “bancabile”. 
  3. Spostano in altra località il progetto di un nuovo stadio per le due squadre.

Quali effetti sul territorio potrebbero avere le suddette risposte?

Con a) andrebbe verificato che la superficie a verde pubblico nel comparto S. Siro non risulti residuale e che non possa verificarsi una insostenibile congestione in caso di eventi concomitanti nei due stadi.

In tal caso il disagio per gli abitanti del quartiere risulterebbe aggravato, anziché alleviato, come richiesto da molti residenti. D’altra parte, più difficilmente si potrebbero  sostenere le spese della manutenzione e gestione dello  stadio attuale, sia pure ridotto, se il suo utilizzo dovesse essere condizionato dal calendario di attività del nuovo stadio. 

La risposta  b) implicherebbe una trattativa  fra le squadre e  il Sindaco i cui risultati non potrebbero essere valutati che dopo la sua conclusione. Modifiche radicali alla proposta attuale sono peraltro difficilmente ipotizzabili, visto che  la legge sugli stadi, qualora sussistano ragionevoli motivazioni, consente ai proponenti di discostarsi dalle condizioni del Comune (v. nota 1).

Lo spostamento  in altra località del progetto di un nuovo stadio (risposta c) potrebbe comportare una  grave perdita patrimoniale e identitaria, legata allo inevitabile declino dello stadio Meazza in conseguenza della cessazione di attività.                 

Ottenuta la dichiarazione di pubblico interesse, forse non soddisfatti delle condizioni annesse, i due Club, oltre ad “analizzare nel dettaglio l’atto”,  hanno apertamente avviato contatti preliminari con  altri comuni della Città Metropolitana (Sesto S. Giovanni, S. Donato e Assago) per il trasferimento del progetto del nuovo stadio in una delle suddette località (o in altre ancora da definire). 

Si profila quindi concretamente il rischio dello allontanamento da S. Siro delle due squadre.

Quale ulteriore scenario si potrebbe aprire a seguito delle iniziative autonome dei due Club? Non potrebbe anche il Comune  valutare e verificare altre ipotesi, come quella di trattare separatamente con i due Club la praticabilità di una nuovo accordo, che preveda  l’assegnazione in esclusiva a una sola squadra dello stadio Meazza, previa sua ristrutturazione, lasciando all’altra l’impegno di costruirsi un nuovo stadio altrove?

Il Comune perderebbe uno dei suoi affittuari, ma in cambio riceverebbe il ricavo dell’affitto degli spazi destinati alle attività complementari (museo della squadra, bar, ristoranti, centro visite turistiche, chioschi per la  vendita di gagliardetti, alloggi di servizio, etc.), da realizzare unitamente alla ristrutturazione dello stadio (vedi nota 2).

I vantaggi per le due squadre e per gli abitanti del quartiere potrebbero  essere i seguenti:

  1. A) Per le due squadre:
  • Come avviene per la maggior parte delle squadre del mondo, anche il Milan e l’Inter godrebbero di un proprio stadio per la durata della concessione: una continuerebbe a giocare allo stadio Meazza, debitamente ristrutturato per essere incluso fra gli stadi al top della categoria 4 UEFA, alla quale già appartiene (3); l’altra avrebbe un nuovo stadio in un Comune della Città Metropolitana di suo gradimento (o in altro luogo del Comune di Milano).
  • I proventi delle attività complementari dei due Club sarebbero destinati in esclusiva a una sola squadra, senza necessità di tenere contabilità separate per le due squadre.
  • La ristrutturazione dello Stadio Meazza, se iniziata dopo il trasferimento nel nuovo stadio di una delle due squadre (o temporaneamente di entrambe) potrebbe essere completata in tempi molto più brevi rispetto a quelli ipotizzabili con due squadre in attività nello stesso stadio.
  • I progetti per la ristrutturazione dello Stadio Meazza e per il nuovo stadio sarebbero assegnati ai progettisti che avranno meglio rappresentato le esigenze espresse  dalle singole  squadre che vi giocheranno.
  1. B) Per gli abitanti del quartiere:
  • La densità edilizia per le operazioni immobiliari funzionali al finanziamento della ristrutturazione del Meazza potrebbe rimanere entro limiti accettabili, senza pregiudicarne la fattibilità economica (vedi nota 4).
  • Si incrementerebbe la superficie a verde del comparto S. Siro, in quanto si libererebbe l’area attualmente destinata al nuovo stadio.
  • I lavori per la ristrutturazione dello stadio Meazza avrebbero un minore impatto sull’ambiente rispetto a quello previsti per la sua demolizione.
  • A seguito della ristrutturazione dello stadio Meazza potrebbero essere attenutati molti degli attuali fattori di disagio per gli abitanti (ad esempio quelli derivanti dal rumore trasmesso all’esterno).
  • L’impatto degli eventi sportivi sul quartiere si ridurrebbe, in quanto il numero di partite giocate nello stadio Meazza si dimezzerebbe. Inoltre non verrebbe realizzato lo stadio nuovo previsto in prossimità degli edifici esistenti lungo Via Tesio.

Infine, ma non ultimo, verrebbe salvata una struttura  importante  per la sua storia, la sua immagine, la sua attrattività  turistica e il suo valore patrimoniale.

In ogni caso, contano le funzioni che si andranno a insediare, la qualità della trasformazione urbana (sociale, territoriale e ambientale) di cui lo stadio è parte, insieme con gli indici edificatori adottati, il verde come sistema, il piano finanziario proposto, la vocazione sportiva dell'area e i destinatari verso cui tale trasformazione è rivolta.

Bene fa il Comune di Milano a sostenere la necessità che nell’attuazione di quanto sopra si proceda mantenendo un  “ruolo guida del Comune di Milano”, come indicato nell’Ordine del Giorno del Consiglio comunale in merito alla riqualificazione dell’area S. Siro.

 

Note

  • Il comma 2 art. 62 Legge 96/2017 (Costruzione di impianti sportivi) prevede che il progetto definitivo può discostarsi solo motivatamente dalle condizioni indicate in sede di conferenza di servizi preliminare.
  • Il comma 1 art. 62 Legge 96/2017 prevede che i suddetti spazi, nel caso di impianti sportivi pubblici, siano acquisiti al patrimonio pubblico comunale.
  • Nella classifica UEFA la quarta categoria è la massima.
  • Infatti la ristrutturazione dello stadio Meazza richiede probabilmente un investimento inferiore a quello necessario per costruire un nuovo stadio e per rifunzionalizzare (o demolire) quello esistente.

 

Mario Giorcelli e Corrado Angione

Milano,  16 Dicembre 2019

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