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Inviato da avatar Alessandro Marzocchi il 06-03-2020 alle 01:03

Qualche parola per presentarmi. All'anagrafe sono Alessandro Marzocchi, quasi tutti mi chiamano Duccio, nome che rivela l'esser nato a Siena. Ho quasi 80 anni, non ho formazione tecnica per cui conto su comprensione ed aiuto per le inadeguatezze che emergeranno, mi sono occupato soprattutto di diritto come avvocato (poco), magistrato onorario (qualche anno), notaio (per il maggior tempo).
La mia curiosità fondamentale è sulla transizione digitale, quale passaggio da un modo ad altro di agire, comunicare, decidere: appunto da analogico a digitale.
Sono convinto che gli obiettivi sostanziali non cambiano se non marginalmente: amore odio, bisogno soddisfazione, domanda risposta, fame sazietà, ricchezza povertà, salute malattia … .
Politica, democrazia da oltre 2500 anni provano ad aiutarci a stare insieme senza romperci la testa:

la transizione digitale come incide, cosa cambia in cultura, democrazia, politica ... nella nostra vita?

Ho curiosato intorno a questa domanda da uomo della strada, senza essere esperto di tecnologia e neppure di scienze umane che studiano l’argomento, pur con questi limiti ho trovato molto buona la soluzione di Rete civica, partecipaMi, la migliore che ho conosciuto (chiaramente la mia esperienza è limitata).
Ha ancora senso un progetto per un dialogo civico, civile, trasparente fra cittadini e amministratori locali di qualsiasi convinzione/appartenenza politica? Domanda Oliverio Gentile su FB.
Voglio partire da questa domanda e qua sopra - post e commenti - leggo interventi belli ed utili, molti di ingegneri: fatico a capire tutto ma fondamentalmente capisco, spero di non sbagliare, che anche persone abituate e formate a strutturare analisi e soluzioni, gli strutturatori, ... aprono un dialogo ed il dialogo è il primo passo di politica.
Cos'è un dialogo? sono anche pigro ed ho cercato in google che dà questa definizione: dialogo è il colloquio fra due o più persone, potevo arrivarci senza google: il colloquio da soli si chiama soliloquio.
Il passo ulteriore è semplice: per un dialogo fra cittadini ed amministratori il minimo indispensabile è che parlino i cittadini e parlino gli amministratori, si parla e si risponde, ponendo problemi, ipotizzando soluzioni, accettando critiche e confutazioni. Si procede un passo dopo l'altro (nella mia Toscana si dice che nessuno è nato imparato), in modo aperto e trasparente, con rispetto reciproco e si cerca di arrivare a risposte elaborando soluzioni condivise.
Fin qui sembra facile, cerchiamo di non complicare troppo con sovrastrutture, pur nobilissime per le caratteristiche che hanno acquistato in migliaia e migliaia di anni, restiamo sempre attenti alla sostanza della domanda e della risposta.
La prima domanda sostanziale è: gli amministratori vogliono partecipare al dialogo oppure no? Dialogo civico, civile, trasparente e ... aggiungeva Oliverio, moderato? Se la risposta degli amministratori è negativa ... soliloquio è.
Spero di non avervi scocciato, se l'ho fatto mi scuso e comunque ringrazio per la pazienza.
Cordialmente.

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