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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 29-03-2020 alle 12:52

Nella sua risposta, di cui la ringrazio, compare una figura che ci può aiutare in questa discussione.

Si tratta del sindaco Sala.

Quando richiamo alla mente questa persona, quale immagine mi compare? Quella del signor Giuseppe Sala, oppure quella del sindaco?

E' probabile che la prima immagine mi si sia presentata all'inizio, cioè quando era solo un candidato, e forse anche poco dopo, quando ha cominciato la sua attività, o ancora dopo non molto, quando hanno cercato di incastrarlo sui conti di Expo.

La seconda immagine è quella che lei critica, e che tutti vediamo compresa nella foto di gruppo del partito politico PD. 

Dato che la persona di Giuseppe Sala è, per quanto lo riguarda, sempre la medesima da quando si è candidato ad oggi, cosa indirizza invece noi verso questa distinzione secca di rappresentazione della sua persona? Cosa mescola o distingue lui con/dal suo ruolo?

In sostanza, ai nostri occhi cosa impedisce al signor Sala di essere contemporaneamente il sindaco Sala e viceversa? E' un mutamento di personalità che dobbiamo imputare a lui oppure si tratta di una nostra differente visione, cambiata da quando era uno come noi a quando ha assunto un ruolo che lo distingue da noi?

La risposta non la cerco nella persona di Sala, perchè la trovo piuttosto nel riconoscere che il motivo sta nell'essere, la nostra democrazia, bloccata, cioè incapace di coniugare correttamente i bisogni con gli interessi. Non da ora, ma dall'inizio, dal 1945-46 in poi. Per cui, quando uno di noi assume un ruolo pubblico, appare ai nostri occhi come il medico che ci cura grazie alla sua scienza, a noi ignota, per cui la distanza da lui, rappresentata dal suo camice e dai suoi zoccoloni, è fatale.

Se è così, il distacco dagli eletti e dagli amministratori politici, oggi degradato in una totale sfiducia, non è cosa di quest'ultima epoca, ma ben più datato. Se allora questa discrasia non ci sembra all'altezza dello spirito costituzionale, non dobbiamo cercare di cambiare Sala, ma di andare all'origine del problema, di capirlo e quindi di correggerlo in modo che non si ripeta.

Questo non vale solo per la nostra democrazia (e anche per le democrazia europee). La stessa ricerca di bilanciamento tra bisogni e interessi, cioè tra le due dimensioni che confliggono tra loro fin dagli inizi della storia umana, vale per la verifica della situazione della sanità pubblica e privata, della scuola, mista da tempo tra la ricerca di "clienti" per giustificarne il costo e il diritto alla scolarità aperto costituzionalmente a tutti, del comportamento di ogni persona, ossessionata dal rispetto delle norme che oggi si fanno ancora più stringenti perchè c'è chi, invece di "interiorizzare" i propri doveri ed esercitarli da persona adulta, cerca di sfuggirli per sentirsi vivo non in una comunità, ma da solo e per sè solo.

Possiamo quindi, grazie all'improvvisa ricomparsa della morte, riscoprire il valore della nostra vita in tutti i suoi aspetti, personali e collettivi, riscoprendo il valore della nostra presenza responsabile insieme a quella altrui. Se ad esempio la presenza del ruolo vitale dei cittadini, non solo del loro diritto alla cura e alla vita, fosse stato considerato un contributo necessario per l'affronto del virus, forse si sarebbe affrontato per tempo anche il problema della morte solitaria dei malati negli ospedali con misure di contatto in rete perchè il necessario morire da soli non si tramutasse in un morire in solitudine.

La partecipazione dei cittadini, in quest'ottica, acquista un significato di maturazione collettiva importante, Sono in atto sperimentazioni negli altri Paesi, e quando sarà possibile verrà lanciata in Italia una campagna per una legge di iniziativa popolare europea riguardante il clima, i diritti sociali e la partecipazione con il metodo dell'estrazione a sorte. Ma se quest'azione politica venisse interpretata come una cosa a sè stante mentre tutto il resto della nostra società restasse la stessa di prima, allora non servirebbe a nulla, Così come non servirebbe avere appreso che lo sconosciuto che cammina sullo stesso marciapiede non è un ingombro per il nostro cammino ma uno che, come noi, va verso un suo destino se i partiti continuassero a scontrarsi, come fanno anche ora, per motivi di potere e non certo per il "bene comune".

Chiedo scusa per la lunghezza, ma ritengo necessario trovare punti di partenza comuni, se ci interessa trovarli.

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