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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 16-04-2020 alle 15:41

Si riparte con la regola delle 4D dettata dal Presidente di Regione Lombardia, a torto o a ragione, dovremmo parlarne.

  • Distanziamento tra le persone.
  • dispositivi di protezione obbligatori (le mascherine).
  • Digitalizzazione del lavoro (smart working per le attività che lo possono prevedere).
  • Diagnosi, anche grazie ai test sierologici che inizieranno dal 21 aprile. 

Parlerei solo della prima regola che forse è anche la più efficace a prevenire i contagi, la distanza.

Milano come farà per garantire la distanza di sicurezza minimo 1 metro?

Iniziamo dai trasporti:

1) come farà MM a garantire la distanza di sicurezza?

2) Come farà Trenord a garantire la distanza di sicurezza?

Queste 2 semplici domande trovano già una Milano impreparata e una Lombardia impreparata, direi per non aver mai affrontato il problema della qualità del trasporto pubblico a favore del profitto (pochi treni con tanta gente).

Il Comune di Milano ha aumentato la tariffa senza aver sensibilmente migliorato il trasporto pubblico nonostante abbia promosso e avviato nuove linee metropolitane non ancora terminate o non iniziate, ammodernamenti delle vecchie linee metro (1,2) e nuove autolinee di trasporto su gomma. Un trasporto che da anni soffre di una sindrome centrica, pensando di rendere la città competitiva, in modo olistico, dove circolano solo biciclette e mezzi bizzarri o alternativi, « bateau mouche » o altro, quando in tutto il mondo si guarda alla Periferia considerandola il territorio dove andranno a vivere la maggior parte delle famiglie future. Milano non sembra abbia forti strategie volte a prevenire le problematiche che inevitabilmente arriveranno se non c’è una pianificazione preventiva.

Lo Stato dovrà dare delle direttive, il trasporto pubblico è un problema nazionale e riguarda tutti i comparti, dall’aviazione civile, al settore ferroviario e marittimo.

Il trasporto pubblico milanese, appare inadeguato a garantire il distanziamento minimo previsto dai protocolli di sicurezza, si dovrebbe applicare la regola dell’aumento di frequenza per aumentare la capacità di spostamento, difficilmente attuabile per mancanza di potenza elettrica necessaria a garantire un aumento importante dei “treni/minuto” o di "carrozze x treno". Diversamente dovrebbero essere ridotti i flussi di massa critica, cosa sinceramente poco attuabile se non si pensa di interrompere i divieti di area C e area B, in modo da differenziare il mezzo di trasporto soprattutto per i cittadini che arrivano dalle periferie o da zone suburbane. Una soluzione sarebbe di differenziare gli orari di lavoro, ma come si fa a filtrare gli utenti del trasporto pubblico una volta ripristinato il meccanismo dello spostamento pendolare? Sarebbe utilizzato da chiunque se non si pensa di far salire solo chi ne ha la necessità. Andrebbe fatto un controllo capillare prima dell’ingresso in metropolitana o in stazione. L’idea di limitare la libertà di spostamento, troverebbe anche delle difficoltà a livello Costituzionale.

Credo siano scelte politiche che vadano fatte contro un’impostazione di base adagiata sull’attesa di leggi e decisioni ora da una parte ora dall’altra, una classe politica chiamata tuttavia a fare scelte responsabili che da un lato dovranno garantire la sicurezza sanitaria, dall’altro far ripartire l’economia e il lavoro a Milano e in Italia.

Gianluca Gennai

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