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Inviato da avatar Walter Monici il 03-05-2020 alle 12:00

Milano zona 30. Una soluzione immediata per la mobilità da maggio a settembre 2020

Il 24 aprile scorso il Comune di Milano ha presentato il progetto ciclabilità e un documento strategia di adattamento aperto al contributo dei cittadini durante il mese di maggio, per definire le azioni da compiere nella fase 2 post Covid19, alla riapertura delle attività produttive.
Il piano di adattamento prevede la realizzazione delle piste del progetto ciclabilità a partire da settembre ma alcuni dei lavori sono già iniziati.
Riguardo la mobilità, che sarà il punto critico della ripresa, il documento strategico, a pagina 8 e 9 indica tra le altre le seguenti azioni immediate:

Programma Strade Aperte e ciclabilità diffusa
Realizzare una rete di percorsi pedonali e ciclabili in sola segnaletica, con costi e tempi di realizzazione ridotti, partendo da alcuni assi portanti della rete quali ad esempio l’itinerario San Babila – B.Aires - V.le Monza - Sesto Marelli.

Piazze Aperte in ogni Quartiere
Sviluppare su ampia scala i progetti di urbanistica tattica a favore delle pedonalizzazioni, in particolare in prossimità di scuole e servizi e nei quartieri con minor offerta di verde, per agevolare l’attività fisica e il gioco dei bambini.

Spazi all’aperto per attività commerciali e di somministrazione
Introdurre il limite di velocità a 30 all’ora in maniera diffusa in città, norma che consente anche l’incremento di spazi per tavolini a margine della carreggiata o in sostituzione di posti auto.

Dunque piste ciclabili, zone 30, riduzione di parcheggi, allargamenti di marciapiedi con l'obiettivo di ridurre lo spazio destinato alle auto e per conseguenza la loro circolazione e parcheggio.

Si prevede di iniziare i lavori questa estate, che l'emergenza duri un anno e che questa sia l'occasione per creare un nuovo modello di città secondo i principi di urbanistica tattica, cioè a basso costo, che il Comune ha sperimentato l'anno scorso in diverse zone della città.

Dobbiamo dire che gli esempi fin qui visti non sono stati esenti da critiche:
Abbiamo avuto piazze colorate da righe, bolli e decorazioni multicolori che fanno a pugni con la uniformità dei quartieri ottocenteschi.
Abbiamo visto installati nelle vie tavoli da picnic che sono serviti da catalizzatore per musiche canti e balli notturni e che hanno provocato grave disturbo ai residenti.
La possibilità di occupare i marciapiedi con i tavoli potrà servire a rilanciare bar e ristoranti se verrà tolta la tassa di occupazione del suolo pubblico e vi sarà ancora una clientela.

I provvedimenti sulla mobilità non sembrano tener conto del fattore tempo:
Dal 4 maggio le persone che lavorano dovranno raggiungere e girare per Milano.
Il trasporto pubblico e i mezzi in sharing sono ad alto rischio di contagio e verranno evitati.
Verrà ridotta del 70% la occupazione dei mezzi di trasporto pubblico.
Lo sfalsamento e prolungamento degli orari di lavoro è fondamentale ma non sufficiente.
Chi non troverà posto sui mezzi userà auto, moto o bicicletta.
Una ulteriore riduzione degli spazi di parcheggio e circolazione delle auto private potrebbe in questa fase produrre forti limitazioni della mobilità incrementando la propensione delle aziende a trasferirsi fuori Milano.
L'uso della bicicletta è una opzione quasi sempre praticabile per chi abita a Milano ma quasi mai per chi viene da fuori.

Dopo anni di prese di posizione verso la condivisione della sede stradale, le associazioni dei ciclisti sembrano approvare un piano che prevede invece la separazione della circolazione delle bici, ma la creazione di piste ciclabili oltre che richiedere tempo e denaro, presenta alcuni svantaggi:

Le ciclabili sui marciapiedi riducono lo spazio e creano conflitti con i pedoni.

La separazione delle bici dal traffico mediante linea disegnata autorizza le auto a mantenere velocità pericolose per la sicurezza.

La percorrenza delle ciclabili è preclusa alle bici elettriche che devono stare su strada.

Piccole piste ciclabili continuamente interrotte sono meno sicure della condivisione a velocità costante.

Il trasferimento della utenza dal tpl alle bici renderà insufficienti le attuali piste da 2,5 m. e perciò le bici tenderanno a percorrere la carreggiata condivisa.

La realizzazione delle ciclabili e la riduzione dei parcheggi confliggono con la necessità di compensare la riduzione di portata del tpl per i prossimi tre mesi.

A mio parere, poiché il ricorso all'auto privata nei percorsi intercomunali sarà quasi obbligato, bisogna incrementare al massimo la circolazione dei mezzi a due ruote nei percorsi cittadini e perciò rendere più sicura la convivenza sulla strada tra i diversi mezzi

Alternative al tpl devono essere fornite subito e sarebbe ragionevole pensare a misure che possano essere adottate immediatamente:

Emettere una ordinanza del Sindaco che stabilisca la velocità massima 30 km/ora in tutta la città.
Questa disposizione serve a ridurre la differenza di velocità relativa tra i diversi mezzi, aumenta la sicurezza per bici e moto, riduce l'inquinamento dei mezzi a motore e consente la condivisione della sede stradale a tutti i mezzi circolanti.
In caso di necessità giuridica la tabellazione può essere realizzata rapidamente essendo collocata esclusivamente sul perimetro della città.

Abolire fino a settembre tutte le limitazioni alla circolazione attualmente vigenti, area B e C comprese.

Aprire tutti gli spazi disponibili al parcheggio.

Adottare una politica di sanzionamento della sosta tollerante verso la sosta che non interferisce con la circolazione.

Estendere a tutta la città il pagamento della sosta per i non residenti con tariffe in grado di scoraggiare un eccessivo ricorso all'auto privata. L'uso dell'auto deve essere motivato da una necessità che ne giustifica la spesa e chi usa l'auto per lavoro ha maggiore interesse a trovare un posto di parcheggio libero piuttosto che questo sia a basso prezzo.

In compenso incentivare la condivisione dei percorsi in auto tra conoscenti e colleghi in modo da rendere tracciabili eventuali nuovi contagi.

Per i prossimi tre mesi è necessario che le biciclette diventino il mezzo di trasporto primario della mobilità cittadina, vadano su strada, elettriche e normali, assieme ad auto e moto, tutti più o meno alla stessa velocità.

Non credo vi sarà un uso eccessivo dell'auto in quanto la limitazione di velocità costituisce da sola un deterrente ad un suo uso non necessario.
Sulle modalità per far rispettare il limite riteniamo che la velocità delle auto non potrà essere controllata capillarmente e di fatto non è questo l'obiettivo.

Obiettivo è che le auto mantengano una guida prudente in presenza di biciclette e velocità moderata adeguata al contesto delle strade.
Inoltre la regolazione della velocità di auto e moto è determinata anche dal calibro della sede stradale e dalla presenza di un numero consistente di biciclette.
Eventuali sanzioni dovranno essere elevate per guida pericolosa, valutata discrezionalmente, piuttosto che per velocità eccessiva che richiede una procedura di accertamento complessa.

Bisogna uscire dal conflitto perenne tra ciclofili integralisti e autodipendenti rabbiosi. Automobili, moto, bici e trasporto pubblico sono strumenti, non feticci.
Devono poter interagire ed essere utilizzati ognuno nel modo migliore ed in questi tempi incerti abbiamo bisogno di proposte che, riconoscendo le reciproche utilità e facilitando gli uni e gli altri, riescano a farci superare al meglio l'emergenza.
Walter Monici
Milano, 1 Maggio 2020

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