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Inviato da avatar Michele Sacerdoti il 23-05-2020 alle 10:14

Verrà presentato entro il 1 giugno prossimo dall'associazione ambientalista nazionale Verdi, Ambiente e Società il ricorso di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia contro il Programma di Integrato di Intervento MIND per l'area di un milione di mq dove si è svolta l'Expo nel 2015 al confine nord-ovest di Milano.

Il P.I.I. Mind approvato dalla giunta comunale è stato pubblicato il 6 febbraio scorso.

La raccolta fondi per le spese legali ha raccolto 4.000 euro dei 10.000 preventivati nel quartiere e tra il personale dell’Università Statale di Milano contrario al trasferimento dei dipartimenti scientifici da Città Studi a Expo. I fondi si raccolgono qui: https://www.gofundme.com/f/ricorso-al-tar-contro-il-pii-mind

Ho pubblicato su ArcipelagoMilano in ottobre un articolo con osservazioni al PII, che ha dato luogo alla presentazione dopo l'adozione del piano di una osservazione firmata da me e altri che è stata respinta (vedi allegato).

Il P.I.I. Mind è quello che prevede meno verde tra i programmi fin qui realizzati a Milano, da Porta Nuova a Citylife, circa il 20% di verde rispetto al normale 50%. Prima di Expo questa area era prevalentemente agricola trattandosi dei campi intorno alla Cascina Triulza di proprietà dei Cabassi. La Fiera aveva costruito un parcheggio a raso nella parte più vicina ai suoi padiglioni. Expo doveva realizzare un grande parco agricolo-alimentare in base al suo tema che avrebbe dovuto essere conservato in base all’accordo di programma e al referendum del 2011. L’Accordo di Programma ratificato dai consigli comunali di Milano e Rho prevedeva il 56% dell’area nel comune di Milano a parco tematico e il 60% a verde dopo l’Expo, obiettivi ribaditi da una mozione dei consiglieri comunali di Milano.

Ora si vuole fare passare l’ospedale Galeazzi, lo Human Technopole e la Statale come parco tematico scientifico-tecnologico che dovrebbe rispettare i vincoli dell’Accordo di Programma senza passare dal Consiglio Comunale ma solo dalla Giunta. Un piano urbanistico per 68.000 persone al giorno stimate nel piano della mobilità allegato, la metà di quelle che sono venute a Expo, con grattacieli di 250 metri di altezza massima e una cementificazione quasi totale del territorio con un enorme consumo di suolo.

Non vi è traccia del grande parco che doveva completare la cintura verde intorno a Milano e non viene dato un contributo al progetto ForestaMI di forestazione di Milano e della sua area metropolitana con 3 milioni di alberi piantati entro il 2030.

In caso di future epidemie come quella attuale del coronavirus il P.I.I. creerà un'area ad alto rischio, con la convivenza di un numero elevato di personale ospedaliero, impiegati, ricercatori e studenti in uno spazio ristretto che condividerebbero servizi e trasporti quotidiani affollati come il treno, la metro e la Circle Line, con difficoltà di raggiungerlo a piedi o in bicicletta data la lontananza dal resto della città. Al primo focolaio andrebbe completamente chiusa.

Il ricorso è sostenuto dall'Assemblea Città Studi, costituita da residenti del quartiere, studenti, lavoratori, docenti e studenti della Statale, ricercatori della Università, CNR e altri enti pubblici di ricerca, che si batte da anni contro lo spostamento della Università Statale nell'area Expo e la dequalificazione del quartiere di Città Studi.

Ricorso al TAR contro il P.I.I. Mind...

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