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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 09-07-2020 alle 11:57

EMOZIONI VIRALI.

La paura sembra essere passata e forse persino dimenticata o rimossa, tant'è la gente in giro senza mascherina ne' distanziamento, forse scettici se non negazionisti, ognuno con una propria filosofia, dunque i saperi vengono meno. E' opinione diffusa che gli esperti siano tutti compromessi, collusi e ciò che viene detto da Loro, per alcuni assume il tono del grottesco, anche per via delle tante contraddizioni alle quali abbiamo assistito proprio tra esperti, senza tuttavia considerare i punti di vista e le differenze che ci sono, nella formazione, tra un epidemiologo e un virologo o un internista e un chirurgo. Tuttavia possiamo davvero permetterci questa spavalderia? Questa cultura di internet che ci fa credere di poter essere autodidatti anche nel campo medico e della virologia? Questo senso di immunità autoreferenziale che ci fa sentire bene, normalmente incoscenti.

Marina Bianchi, medico di base, ex ricercatrice del Mario Negri, accolta da partecipaMi durante il lock-down a seguito delle sue precisazioni su come si trovassero i medici in prima linea a Milano, è perplessa su come la gente stia pian piano ritornando a fare esattamente quello che faceva prima, come se tutto fosse passato o mai stato.

Rifletto molto su questo aspetto e su quanto si vogliano gli esperti nella Società per poi negarli, soprattutto quando dicono qualcosa che non ci piace. Alcuni dicono che gli esperti non servono, sono anzi dannosi, fastidiosi, salvo poi, davanti alla paura vera, cercarli e accoglierli come luce nelle tenebre.

E poi?

I medici, gli infermieri, i volontari delle Pubbliche Assistenze, il Personale di Servizio, ieri Eroi, oggi sono di nuovo normali, senza più onori ma solo oneri. Eppure il Covid-19 è ancora tra noi e dentro di noi, e i medici sono ancora in prima linea, soprattutto i medici di base che oggi si trovano a dover gestire i tanti ammalati domiciliari e i tanti pazienti che ogni giorno hanno necessità di essere assistiti, rincuorati, ascoltati.

Questi medici, durante la prima fase dell’emergenza Covid-19, non avevano niente con cui combattere ma soprattutto difendersi dal contagio, se non il loro coraggio e il loro sapere, le loro paure, le loro Famiglie spaventate, gli occhi degli ammalati gravi sbarrati nel nulla senza respiro, senza un futuro.

Ma chi sono questi medici? Che cosa pensavano in quei momenti? Quali emozioni provavano?

Questi medici hanno sentito il bisogno di ascoltarsi, di essere vicini l’un l’altro anche solo virtualmente, si sono cercati, si sono uniti e si sono parlati non solo scambiandosi consigli sul come gestire, curare gli ammalati, ma anche come far parlare le loro menti e i loro cuori come ogni persona ha cercato di fare durante la paura, i giorni di disinformazione, di contraddizioni e di molti errori sofferti e dolori per le tante perdite.

Oggi le loro emozioni e i pensieri di quei giorni, sono state raccolte in un libro di Brunella Giovara, da Luisa Sodano, Epidemiologa. Un libro di racconti che ci porta dentro il mondo degli Eroi, quelli veri che in quei giorni seppero cosa fare fuori dal clamore, lontani dalel telecamere e dal cialtronismo di molti politici anche milanesi e personaggi più o meno famosi, mentre la gente moriva e le Famiglie cercavano una bara su cui piangere.

Un estratto dalla presentazione del libro:

"...E’ il caso di questo libro che proprio di vita e di morte ci parla, del virus sconosciuto che ci ha colti impreparati e, come un’onda gigantesca, ha travolto tutto e tutti, in particolare chi si è trovato per primo sulla sua traiettoria. Quelle che riporta sono storie autentiche di fatica, di disperazione, di coraggio e di forza, scritte dai protagonisti quando il bisogno di comunicare il dolore, l’angoscia e la fatica era impellente. Storie spesso affidate, con semplicità e urgenza, ai post di un gruppo chiuso su Facebook, che nasce subito dopo lo scoppio della pandemia con l’iniziale intento di scambiarsi informazioni professionali utili, a cui nel corso di pochi giorni arrivano ad iscriversi 100.000 medici. Questi racconti vengono ora pubblicati per rispondere alla forte esigenza di lasciare una traccia, di storicizzare un vissuto collettivo, oltre che, naturalmente, di onorare la memoria di quanti hanno pagato il prezzo più alto: per questo il libro non si rivolge solo ai medici e ai protagonisti degli scritti, ma a tutti coloro che si riconosceranno in queste storie, che sono soprattutto storie di uomini e di donne”, di Marina Bianchi, medico di base di Milano, di Antonio Gaeta, medico militare di ritorno da missioni nei deserti remoti, spedito ad Alzano Lombardo, di Camillo IL Grande chirurgo di Messina, di Patrizia Onni medico di base, di Nicola Arcelli medicina generale, Vittorio Fontana, Carlo Farina Chirurgo di fama, Anna Malfatto, Domenico Restivo Pecorella medico in pensione rientrato come volontario, e tanti altri. Chi acquista questo libro, da un contributo alle famiglie dei Medici che non ce l’hanno fatta, dopo aver salvato la vita a tanti di Noi".

Gianluca Gennai

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