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Come scrissi tempo fa, partecipaMi.it per me è stato, è e sarà un canale di comunicazione indipendente grazie al quale partecipare in prima persona al miglioramento della mia città, innanzitutto segnalando le cose che non vanno (ed eventualmente pure quelle che vanno) a chi di dovere.

Il tutto in modo civile, moderato e integrato, ovvero senza dover utilizzare i singoli canali che i vari enti e istituzioni mettono a disposizione del cittadino in modo spesso discontinuo, malfunzionante, non monitorato e scomodo per un utlizzatore che dovrebbe saltabeccare tra app e interfacce diverse solo per "comunicare" coi nostri amministratori e gestori.

Se già la "comunicazione" non è semplice e immediata, figuriamoci le risposte.

Nonostante quanto scritto resti nella mia esperienza valido nell'interfacciarsi con certe realtà comunali, dopo qualche anno mi sento di aggiungere una chiosa, un po' amara, in riferimento alle altre, quelle che si rifiutano di partecipare, di comunicare, di fare.

1) La comunicazione si fa in due; l'azione, purtroppo, no;

2) se tutti possono fare domande e segnalare problemi, proprio grazie a partecipaMi, solo alcuni - i cosiddetti competenti, nonché "responsabili", almeno sulla carta - possono dare risposte e soluzioni. O provarci. O almeno fare finta di provarci.

In soldoni, ormai totalmente autofinanziati, partecipazione è comunicazione + azione. Se un lato dell'equazione si riduce, anche l'altro lo farà, prima o poi.

Magari saltando a piè pari la frustrante fase di tentata comunicazione, e trasformandosi in azione non partecipata, ma sgangheratamente - se non pericolosamente - individuale.