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E' una bella domanda.
Ma la proposta prescinde dal regime politico, inteso come esercizio del potere direttivo dall'alto con l'autorità per consenso dal basso (semmai chiediamo a Luciano Floridi in calce), se non per l'utilizzo dei necessari finanziamenti e per una gestione efficiente ed efficace delle risorse, in particolare dati e migranti, diversa dall'attuale mala gestione.

Ad esempio l'assurdità dei silos informativi regionali, e in prospettiva anche nazionali, per sanità, lavoro, ecc. è risultata evidente, a fronte di crisi globali sanitarie, occupazionali, ecc..
E' un problema che abbiamo risolto nelle imprese, contro i presunti poteri derivanti dal possesso dei dati, piuttosto che del loro utilizzo.
Così come tante altre nazioni si sono fatte grasse con l'immigrazione, mentre noi ce la mettiamo in quel posto, per paura e insipienza.
E capisco che l'idea di scoraggiare il turismo di massa a favore di trasferte di vita e lavoro abbia valenza politica, ma dovrebbe essere affrontata in modo pragmatico, senza ...ismi.

In generale credo che grandi riforme, più che spinte dall'alto, possano essere trainate dal basso, per consumerizzazione, a domicilio e nei Centri Multiservizi di Prossimità ipotizzati.

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“La buona politica è multiagente. Lo Stato ha la forza (potere di convocazione, convening power) e il dovere di coordinare (infraetica) altri agenti per prendersi cura della ratio pubblica. Soprattutto, lo Stato dovrebbe chiamare tutti gli stakeholders, incluso il mondo aziendale, a condividere la responsabilità, in modo visibile e responsabile, di fare politica insieme, in un patto multiagente garantito e gestito dallo Stato stesso. Questo è vero anche a livello sovranazionale, dove l’Unione Europea, per esempio, ha la forza e il dovere di coordinare altri Stati e stakeholders a prendersi cura della ratio pubblica europea.”
“Il verde e il blu” di Luciano Floridi