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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 09-11-2020 alle 12:01

L’uso della rete ci rende liberi?

Se questa domanda trova una risposta affermativa in noi, allora si può sostenere che questa libertà derivi da una democrazia illuminata, in cui la rete si supponga, essere supporto atto a migliorare la vita delle persone.

La libertà di una democrazia è insita nell’individuo che in essa dovrebbe trovare delle risposte. Allora la rete se è un’espressione della libertà, può essere portatrice di saperi, dunque strumenti di crescita e di progresso. Sappiamo che non sempre é cosi.

La rete.

Nessuno di noi sa esattamente cosa sia, se non secondo le proprie conoscenze e declinazioni, talvolta tecniche, altre filosofiche, tuttavia ognuno di noi, ne fa uso e pensa di saperla controllare, di essere in grado di comprenderne le dinamiche, le finalità ultime, di poterla gestire, di usarla al meglio. Vi si possono depositare le speranze, le illusioni, persino i sogni che in essa prendono forma, in rete si é tutto ciò che vorremmo, senza che essa ci giudichi, ci limiti. Intere popolazioni, prive di tutto, attraverso la rete possono avere tutto, o meglio virtualmente tutto. Individui immersi nella povertà, hanno un cellulare, qualcuno un pc, una sinapsi con il mondo che attraverso la rete si rivela, diviene intimo, vivibile.

L’individuo monade, apre sé e la propria privacy alla comunità web, a quella rete che lo ha reso libero, felice, talvolta famoso, senza avere particolari meriti se non quello di soddisfare la più grande delle perversioni umane, il voyerismo, la voglia di entrare nella vita degli altri. Allora si apre la porta di casa alla rete, si fa cadere quel limite invalicabile. La privacy, l’intimità, quel luogo dove nessuno poteva entrare e dove eravamo sicuri di essere inviolabili, dove la famiglia era al sicuro, lontana da ogni condizionamento esterno.

La rete non può essere giudicata. L’individuo libero può essere un obiettivo e solo lui può non esserlo, secondo quel principio di libertà e democrazia che oggi ci espone e ci eleva al libero arbitrio, che in rete si esprime alla massima potenza, in positivo e in negativo.

Potremmo citare trattati sull’argomento che spazia dalla filosofia alla sociologia, un fenomeno oramai inarrestabile e non gestibile, se non con la censura che tuttavia non garantisce che in rete poi non circoli un informazione fuorviante, manipolata, estremamente pericolosa perché giudicata e percepita come formativa, una manipolazione della realtà secondo le proprie finalità.

La rete a mio parere, è un paradosso a disposizione dell’uomo, libero di usufruire di una libertà che può renderlo schiavo.

Come correggere quella parte negativa non saprei e credo che nessuno possa farlo senza divenire esso stesso un censore, un giudicante, dunque un manipolatore. La rete ha reso il mondo connesso e virtualmente sottomesso a chi la sa usare, nel bene e nel male, questo può essere pericoloso, tuttavia è un’espressione di libertà potenzialmente in grado di eliminare le disuguaglianze a livello mondiale.

In merito alle fake-news, non è solo la rete il veicolo, peraltro esistono dalla notte dei tempi, soprattutto da quando si è stampato un giornale che facesse informazione. Direi che le più grandi manipolazioni, ancora sono attuate dai giornali, dalle televisioni, dalla radio che tendono a definire il vaso di Pandora nella sola rete. Essi sono veicoli insidiosi in grado di influenzare l’opinione pubblica, possono manipolare la Società, la politica e persino l’economia. Dunque la rete non è che un amplificatore in grado di arrivare a chiunque, ma non si può condannare il mezzo, se mai il fine e chi lo stabilisce. La società è fluida, come tale in grado di adattarsi al contenitore, qualsiasi esso sia.

Una discussione che pare non abbia soluzioni, se non nella crescita dell’individuo a livello antropologico, che oggi appare in una fase di trasformazione, di transizione, quell’homo che oggi è sapiens sapiens, ma da 15.000 anni in evoluzione per adattarsi ai cambiamenti climatici, ambientali e sociali. Ci sentiamo impotenti e la maggior parte di noi impreparati al cambiamento, certamente intimoriti, ma nessuno potrà fermare l’evoluzione se non la natura stessa o un virus, questo è oggi, nient’altro che un destino ancora incompiuto dell’uomo, ma la rete non si ferma, non ha nessuna colpa, è un’espressione della capacità di adattamento ai cambiamenti che si basano sui bisogni, e l’uomo ha necessità di comunicare superando i limiti imposti dalla propria esistenza, siano essi privati, lavorativi, sociali o politici, l’uomo deve esprimersi e questo è il cardine su cui si appoggia la società, buona o cattiva che sia.

Gianluca Gennai

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