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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 22-12-2020 alle 19:32

Direi due cose con la premessa che le piste ciclabili di cui mi sono occupato sono lontane da un'idea di ciclabilità declinata alla viabilità alternativa in città (furono le piste sul Mincio da Valeggio a Mantova, passando per Goito, peraltro citate nel testo) e questo già nel lontano 2001. Ho scritto anche sulla famosa ciclabile bicitalia (le ciclovie nazionali ) che prevede un passaggio su Milano (se si farà), parlando del parco sud e delle vie sui navigli (quelli veri).

La prima è che il documento preso in considerazione, al paragrafo 2.3.2 conflitti longitudinali, mette in luce le criticità di una ciclabile in carreggiata rispetto a una pista separata dalla carreggiata, in presenza di alti flussi veicolari, era in questo senso il mio "sconsiglia", peraltro riferito alle piste ciclabili su strada e non in sezione protetta e dedicata.

La seconda è che l'idea di pedalare in mezzo alle auto in rallentamento con relativi scarichi superiori alla media per via di una incombustione della maggior parte dei gas di scarico, non mi pare molto condivisibile, certo pendalando si va avanti, sempre che si faccia una semaforizzazione ad hoc, che non arresti le bici proprio a fianco alla fila, a semaforo rosso. 

Considero critico questo aspetto che non mi pare si possa definire in sintonia con la maggior parte del pensiero dei ciclisti di lunga data e associazioni di ciclisti con i quali mi sento di condividere i valori della pedalata (uno di loro recentemente, si è cimentanto in una Milano - Bisceglie passando per il Gran Sasso, transitando lungo le strade dipsonibili e in brevi tratti dedicati, un collega). Nessuno di questi, pedalerebbe nel traffico milanese, io men che meno. Credo occorrerebbe parlare con queste associazioni di vecchio rango, fatte da ciclisti pionieri delle percorrenze anche lungo i navigli, fino in città, per trovare le migliori soluzioni possibili.

Infine, mi sento di dire che io sono favorevole alle piste ciclabili, non sono favorevole quando vengono fatte con l'obbiettivo di disincentivare piuttosto che di ottimizzare un sistema di spostamento che dovrebbe essere inclusivo, dunque studiato con l'obbiettivo di arricchire un sistema, invece mi pare che ci sia la tendenza alla radicalizzazione delle idee, dunque o "pro" o "contro", fomentato da una progettualità che gli stessi cittadini mettono in discussione (si dirà che i cittadini vadano educati e che non si può ascoltare tutti e tanto meno accontentare tutti), per lo più inascoltati.

Gianluca Gennai

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