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Inviato da avatar Alessandro Marzocchi il 11-01-2021 alle 01:46

Condivido l’analisi di Oliverio, è anche l’opinione di Massimo Cacciari e di tre accademici Usa d’eccellenza (Francis Fukuyama, Barak Richman, Ashish Goel: How to Save Democracy … i colossi tecnologici minacciano il buon funzionamento della democrazia, occorre tornare indietro col controllo).
Non condivido la soluzione che propone Oliverio: proibire per legge … .  L'equilibrio è una buona scelta, sopra l'ha sostenuta Bruno Alessandro Bertini, ci tornerò più avanti.
Bisogna investire in alfabetizzazione (cito un inciso di Masnick e ringrazio Roberto Re per la segnalazione: la capacità di personalizzare, the ability to customize your own) ed in regole generali applicabili nella realtà (scriverle è necessario ma non basta), fa bene Gianluca Gennai ad invitare al realismo.
Tradotta in italiano da Google translate, allego la proposta middleware di Fukuyama, Richman, Goel ed invito chi ha competenze migliori a commentarla: tecnicamente ed economicamente (business model) è ipotizzabile interporre fra utente e piattaforma un filtro che anonimizza la richiesta e restituisce la risposta?
Ricordo la mia convinzione di procedere con tecnologia aperta, pubblica, stabile nel tempo, comprensibile dall’utente finale.
L'argomento che ci occupa non è nuovo, come scrive Massimo Mulinacci, ma è bene far scoppiare le pustole, lo scrive sempre Mulinacci. Infatti i
l digitale apre una transizione epocale che il genere umano non ha mai vissuto prima: contemporaneamente è parola e lingua, scrittura, vita sociale, politica, democrazia, modo di pensare e di essere: abbiamo vissuto tutte queste fasi, mai in contemporanea, in un colpo solo. 
Col caso Trump e l'invasione di un Parlamento, Oliverio ha aperto anche un altro argomento: quali regole? Chi le pone? Quando?
F
inora le regole sono sempre derivate dall'esperienza, questa della transizione digitale è cominciata da pochi decenni, periodo sufficiente per dire che qualche regola è opportuna (quali regole per partecipaMi? oltre al galateo, ottimo ma generico ed affidato a qualità umanissime). 
Cominciando dall'ipotizzare parità di dialogo?
Nessuno ha più diritto di ogni altro, ad esempio uguaglianza di parole, spazio, tempo. Se l'imperatore ha "x", ogni cittadino ha "x" parole. Si potrebbe chiedere all'imperatore di tacere per "y" tempo prima di avere altre parole?
Si potrebbero distinguere interventi a scopo di decidere, scegliere da quelli con scopo di conoscenza, ricerca ...?
Il libero mercato ha fatto il suo, ha lanciato i social i quali - con ovvie incertezze - hanno cominciato a porre regole.
Il libero mercato è diventato potente come e più degli Stati, tanto che lo fronteggiano in pochi: Cina, Ue, Usa.
Cina si è opposta all'ulteriore espansione di Alibaba, pochi discorsi e punto.
Ue insiste da anni cercando di regolare i colossi del web, da poco anche gli Usa hanno aperto un fronte.

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