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Con la presentazione allegata sono d'accordo con Cinzia Corti sulla necessità di contrastare Facebook, rivalutando il ruolo delle Reti Civiche rispetto alle Reti Sociali, del pubblico rispetto al privato e, dico io, di rimediare anche la mistificazione Rousseau.

Peraltro, come scrissi a Oliverio Gentile, credo che quest'anno - o la vada o la spacca - se non siamo capaci di approfittare del combinato disposto dell'epidemia e dei finanziamenti nel digitale.

Sto quindi cercando di convincere associazioni come Filosofia sui Navigli, già obbligate per l'epidemia ad "andare in rete" alla rinfusa, a "fare rete" su partecipaMi.

In prima istanza, per godere le economie, tecniche e gestionali, di una piattaforma digitale condivisa e le opportunità cognitive e collaborative di una Rete Civica.
E, una volta raggiunta una massa critica, per pretendere dalla pubblica amministrazione luoghi gratuiti di partecipazione digitale, come partecipaMi, sostitutivi o sussidiari a quelli tradizionali.

Nel frattempo, approfittando della prossime elezioni comunali, bisognerebbe sollecitare la pubblica amministrazione locale a considerare l'opportunità di utilizzare i prossimi investimenti nel digitale per integrare la Rete Civica nell'interfaccia per il cittadino URP dei loro sistemi informativi, assegnandone lo sviluppo e la gestione a una partecipata come Fondazione RCM. 

In prospettiva, ricordando come il famigerato FB sia cresciuto, da Rete Studentesca universitaria a Rete Sociale globale, credo possibile concepire da Milano una Rete Civica Italiana, meritevole di finanziamenti europei, per erodere lo stesso FB in logica "glocale" sinergica alla PAL (pubblica amministrazione locale).

A questo proposito vorrei sapere se e come stiano evolvendo le Reti Civiche nel mondo e non mi resta che auspicare che Fondazione RCM, con l'aria che tira, possa ottenere le risorse che merita, per volare all'altezza dei tempi.