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Sono d’accordo con Sacerdoti, in questo caso si sposa l’illogica e l’irrazionale senza mezzi termini. Una facciata nera, oltre ad essere di pessimo gusto e con il solo fine di far parlare di se, è dannosa al clima per via dalla già citata capacità di trattenere, surriscaldandosi, il calore essendo in scala il colore assolutamente sconsigliato da chiunque si occupi seriamente di ristrutturazione, peraltro con una superficie cosi estesa. In pratica è una stufa che avrà una capacità di rilascio delle radiazioni termiche formidabile, proprio nel periodo estivo,con un effetto innalzamento della temperatura ambientale in prossimità, ai danni del già compromesso clima cittadino, conseguenza della cementificazione e della riduzione delle superfici assorbenti (terreno a verde).

L’aspetto estetico, sedicente elegante, nega  certe considerazioni a livello ambientale, che andrebbero fatte se vogliamo andare nella stessa direzione o quanto meno cercare di diminuire certi fattori che concorrono in negativo, alla tutela del clima. Mi auguro che sia stato fatto almeno il cappotto termico, giusto per citare un bilancio di massa.

Peraltro la stessa Enea, ha più volte scritto e chiesto che, nelle città fortemente cementificate, si debbano usare colori quanto più chiari possibile per diminuire l’effetto del rilascio termico, anche sui tetti/terrazzo, dove un tempo si spalmava catrame. Certamente dipende anche dalla densità del materiale e da una capacità di trattenimento che dipende da diversi fattori, ma qui dovrebbe intervenire il Comune, dando delle regole scritte di divieto di utilizzo di certi colori su facciate e su tetti/terrazzo, soprattutto quando le superfici sono cosi estese.

Gianluca Gennai