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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 05-04-2021 alle 14:52

Sul vecchio regolamento edilizio del Comune di Milano 1999, potrei citare una voce a pag.36, art.63, sotto articolo 4.3…RIPRISTINO DELLE FACCIATE CON MATERIALI AVENTI LE STESSE CARATTERISTICHE E COLORI DI QUELLE PRE ESISTENTI.

Ora, non saprei se quanto scritto nel vecchio e non esplicitamente citato nel nuovo valga ancora come regola edilizia, in questo caso di buon senso (cosa che qui pare totalmente assente).

Sul nuovo regolamento edilizio del Comune di Milano, approvato con deliberazione nel  2014, citerei a pag. 82, art. 133…PRESTAZIONI ENERGETICA DEGLI EDIFICI, in questo caso in termini d’impatto sul clima dell’intera zona, se si tiene in considerazione la fisica, proprio relativamente alle peculiarità negative in termini di rilascio termico di una facciata di colore nero. Nel regolamento edilizio, si fa cenno esplicitamente all’utilizzo di materiali di colori chiari, ma su superfici orizzontali con inclinazione inferiore al 10% e orientamento a sud, dunque terrazze/tetto, ma la regola credo si debba applicare anche a superfici verticali, soprattutto cosi estese.

Se da una parte, si potrebbe sostenere che, tecnicamente, una facciata nera abbia capacità di trattenimento del calore favorevole in inverno per una riduzione dei consumi energetici, questo effetto è del tutto risibile se si pensa che non sia stato fatto un intervento d’isolamento termico (o almeno non risulta da l’esterno), dunque una semplice pittura, forse con capacità antiusura e in qualche modo composta con pellicola plastica. 

Il nuovo regolamento edilizio, pur non citando esplicitamente che i colori di una facciata debbano essere adeguati all'ambiente urbano,fa cenno alla tutela paesaggistica anche declinata al decoro urbano e alla compatibilità dell’intervento con il contesto, come cita art.48 e 49 della pag.37, in cui si esplicita che ogni intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria che si prospetti con un forte cambiamento paesaggistico come credo sia questa facciata nera rispetto al contesto, vada fatta una valutazione ulteriore. In effetti c’è una commissione che dovrebbe valutare l’intervento anche relativamente al valore culturale dell’immobile rispetto al quartiere.

C’è da dire che vi sia anche una responsabilità del consiglio di zona, chiamato a dare un parere, tramite la commissione preposta o il tavolo disciplinare. Un parere che spesso è dato da una persona che, nonostante la buona volontà, potrebbe non avere i requisiti tecnico/disciplinari per argomentare. Un tema importante che rilancia il ruolo del consiglio di zona e il fatto che dovrebbe essere potenziato anche in termini di figure tecniche adeguate. 

Gianluca Gennai

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