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Egregio Beltrami, le rispondo in quanto semplice appassionato della cultura del pensiero, con questo non ambisco a nessun titolo, tanto meno a quello di esperto, ma colgo nel suo intervento uno spunto interessante sulla contemporaneità.

Cito Gadamer con la sua ermeneutica, potrebbe essere una testimonianza di quanto siano legate le attitudini al pensiero, a prescindere.

Dunque sostengo la sua e rilancio con fervore, l'idea di insegnare la filosofia anche negli istituti tecnici, secondo me da rilanciare perchè c'è il rischio di decostruire l'istituto della formazione tecnica, troppo a lungo derubricato a " scuola secondaria che prepara al lavoro manuale " dunque, allontanato dalla prospettiva formativa dell'individuo, del pensiero, prima di tutto.

Siamo una società ancorata sulla formazione liceale come status, in qual caso umanistica dunque classica, quasi elitaria e certo questo non giova.

Oggi più di ieri, molte forse troppe famiglie, spingono i propri figli ad andare al liceo, allora bisogna davvero riprendere l'idea della formazione scolastica che, almeno per il biennio, fosse uguale per tutti gli studenti, e non sarebbe male che questo fosse obbligatorio, bisogna insegnare a imparare.

...La lezione più importante che possono portare i primi anni di studio è di insegnare a imparare: chi impara a usare una lingua può apprenderne altre, chi impara il metodo di una scienza può acquisirne altre. La conoscenza è un fenomeno unico, per diversi che siano i saperi. Lo sviluppo di una mente critica e informata è ciò che permette di orientarsi nella scelta di un curriculum di studi, come in ogni altra scelta della vita...

Scrivevano Luca e Francesco Cavalli Sforza, ne: Scienza e Umanesimo: oltre le “due culture”, in I classici e la scienza. Gli antichi, i moderni, noi.

Gianluca Gennai