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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 20-04-2021 alle 16:35

Queste situazioni si risolvono spesso conflittualmente, solitamente costituendo una rivalità tra il gruppo dei residenti nei palazzi circostanti alle aree cani e dei proprietari dei cani. Ognuna delle parti vanta un diritto che ritiene inibito e offeso dalla parte avversa.

Devo domandarmi come mai non sia evidente quale sia, tra i due, il diritto prevalente, capace di superare l'opinione di parte e di coincidere con una giustizia riconosciuta.

Mi capita infatti di ottenere, a questa domanda, risposte opposte a seconda dell'età, separate non dalla frontiera dei vent'anni ma da quella dei cinquanta, e dalla cultura civile. E mi capita anche di non vedere da nessuna parte un riferimento sicuro cui affidarsi perchè il diritto "giusto" abbia evidenza risolutiva del conflitto.

Come mai i due gruppi, in qualche modo solidali per motivi identitari (comunanza dell'essere inquilini delle case accanto alle aree cani o dell'essere tutti proprietari di cani) non si riconoscono in un'identità "superiore", come quella, almeno, di essere abitanti della stessa città?

Io, ad esempio, sono proprietario di un cane. Ne raccolgo gli escrementi che ripongo ben rinchiusi negli appositi cestini, lo distraggo o lo comando quando comincia ad abbaiare così forte da poter disturbare chi passa oppure chi abità lì accanto, mi sporgo dall'angolo cieco prima che lo facciano i 30 kg del mio cane per non turbare chi dovesse sopraggiungere in senso opposto ecc. Come me si comportano molte persone, che però sono anch'esse marcate, da chi soffre per motivi insindacabili della presenza dei cani, come egoista difensore dei propri piaceri, esattamente come, in senso opposto, altri proprietari di cani ritengono essere le persone che,  nelle proprie case, sono afflitte dal continuo abbaiare dei cani.

La soluzione non può essere, come nell'area di via Pinturicchio, ridurre le dimensioni dell'area libera, considerato che i cani, anche se al guinzaglio, circolano comunque in tutte le aree.

Mi piacerebbe insomma che, indipendentemente dalle situazioni impellenti di cui si parla anche in questo spazio, con gli amministratori si trovasse un modo di crescere civicamente tutti quasi all'unisono, dato che il risultato cui tutti sicuramente teniamo è la tranquillità (c'è chi urlando alla sicurezza, che è affine alla tranquillità, ha vinto non poche elezioni, proprio approfittando della mancanza di un'idea positiva di convivenza).

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