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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 21-04-2021 alle 17:05

Caro Giulio (mi conceda questa confidenza forse puerile, di sentirlo vicino anche solo per assonometria con il nome di mio figlio).

La città in 15 minuti è certo un bellissimo progetto di cambiamento che definirei epico, quanto difficilmente realizzabile se esso si lasciasse sviluppare da questa classe dirigente certo declinata alla politica, e mi creda, lo scrivo non con facilità, ma non posso fare diversamente vedendo quello che sta evolvendo nonostante inconfutabili segnali, diano input molto chiari quanto elusi. Forse noi potremmo fare qualcosa? Certo è che la lasciassimo fare agli attuali soliti noti dell’establishment milanese, non potrà che derivarne un ulteriore disastro.

La città in 15 minuti, come Lei saprà meglio di me, parte da lontano, da una corrente di pensiero intellettuale parigino, del quale il portavoce è il prof. Caros Moreno, un mentore per la sindaca Hanne Idargo che ne ha fatto il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. E’ vero, anche il sindaco uscente Giuseppe Sala, ha pensato bene di prendere a prestito la visione, nulla più, peraltro non citando da quale pulpito venisse, dunque sono in molti che pensano sia farina del suo sacco.

Altrettanto vero è che a Parigi, il progetto è sostenuto da un rilancio incredibile del trasporto pubblico con il progetto "gran – Paris" dalle nuove linee metropolitane ai servizi, accordate dai cittadini dopo il debàt public tenutosi nel 2012 mi pare.

Quel modello di città parte da una città condivisa con la cittadinanza, che è anni luce avanti a questa nostra Milano, e non per problemi di incapacità tecnica, ma per limiti strutturali e sostanziali delle ultime governance meneghine che hanno pensato a far di Milano una città che ambisse al prestigio immobiliare e alla finanza, senza sviluppo urbanistico ragionato, ne' sviluppo di un modello della città sociale, tantomeno green, definizione che oggi qualcuno sposa in modo strategico.

Lei, io e chissà quanti altri cittadini, forse più attenti di altri, potremmo parlarne e mi piacerebbe farlo vis a vis, anche via web se lo vorrà. Possiamo sviluppare una sinergia non solo intellettuale, io credo necessario che alcuni di noi si confrontino anche ferocemente ma senza dubbio, con grande senso critico e pro-attivo a favore di uno sviluppo ponderato e fluido di una Milano post pandemica.

Allora sì, quei 15 minuti possono essere un obbiettivo realizzabile, ma la visione va fatta da ora a minimo 60 anni, c’è davvero da ridisegnare la città.

Gianluca Gennai

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