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                               sono lietissimo che abbia apprezzato il mio intervento; anch'io in effetti ho avuto l'impressione che sia ben riuscito, e ciò probabilmente dipende anche dal fatto che personalmente "sento" molto il tema del male come forza/potere/violenza. 

E tutto sommato, questo stesso tema è il principale anche fra quelli che si intrecciano nel mio prossimo libro, in uscita a ottobre o novembre e intitolato Tre frasi del padre. Il potere - L'io - La malinconia. Si tratta di un testo dalla concezione piuttosto insolita, in quanto comprende in sé anche una linea "narrativa": infatti il padre del titolo è mio padre, e le "tre frasi" sono quelle che realmente pronunciò in un periodo compreso all'incirca fra quando avevo otto-nove anni e quando ne avevo dodici-tredici. Frasi che da sùbito mi parvero profonde e molto importanti e che, appunto per questo, ho conservato indelebili nella mia memoria. Nel libro, a distanza di quasi mezzo secolo da quando furono dette, le "riprendo" e cerco di dissodarne tutte le valenze e implicazioni d'interesse filosofico, morale, esistenziale, sociale e politico; ne consegue che il libro si presenta tripartito, in quanto offre, l'uno dopo l'altro, tre ampi e liberi commenti-sviluppi di ognuna delle suddette frasi. 

La terza e ultima parte intavola il tema della malinconia, perché la parola "malinconia" è al centro della terza frase di mio padre, che del resto fu lui stesso una notevole figura della malinconia. Ma, come noterà chi leggerà il libro, la malinconia ne è anche una sorta di punto d'approdo, nella misura in cui viene intesa essenzialmente come nobile esitazione e attenuazione dei toni del dire e del fare, cioè insomma come possibile arginamento della forza/potenza/violenza che ciascuno eroga per il solo fatto di esistere, dire e fare. Per Filosofia sui Navigli potrei magari presentare un po' appunto la parte che approfondisce il tema (sempre affascinante, sono d'accordo con lei) della malinconia. 

 

Un saluto molto cordiale e buona settimana anche a lei

          M. Fortunato