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Inviato da avatar Marco Fortunato il 22-05-2021 alle 17:28

Naturalmente si tratta di questioni complesse. Provo a rispondere in sintesi. Noi uomini viviamo (nel)la non-Soddisfazione (per questo - concordo con lei - la morte, essendo abbandono di una condizione non amabile, non dovrebbe spaventare; semmai, l'idea della morte dovrebbe incutere tristezza, perché è sconfortante pensare che sarà un passaggio al nulla e non ad una tanto auspicabile condizione alternativa e migliore). La nostra non-Soddisfazione proietta delle immagini-sogni-"fantasmi" di assoluta Positività o, perlomeno, di rimozione di ogni Negatività (si tratta in linea di massima di immagini abbastanza sfocate e incerte, non chiaramente definite, perché l'ingombro dell'autorità di ciò che effettivamente esiste è tale da rendere difficile anche solo pensare-immaginare qualcosa di diverso da esso). Una delle più eminenti di queste immagini-sogni-"fantasmi" è quella dell'Uno, che ha occupato un ruolo notevole nella mia relazione a FsN. Tali immagini-sogni-"fantasmi" sono l'inesistente nella misura in cui non hanno, non hanno mai avuto  e verosimilmente non avranno mai, alcun referente-corrispettivo reale; ma, appunto in quanto immagini in cui si esprime la nostra insoddisfazione, non sono un nulla, anzi hanno un loro prestigio tutto particolare e si pongono come un sia pur evanescente termine di confronto alla luce del quale il mondo e le sue ineluttabili leggi hanno torto, appaiono nella loro bassezza, vengono svergognati.         

A proposito della vergogna, non c'è dubbio che a vergognarsi dovrebbe essere il Creatore di questo mondo e delle sue leggi brutali e impietose. Ma si dà il "piccolo particolare" che tale Creatore non esiste; per dirla con un paradosso lievemente scherzoso, per Sua fortuna un-il Creatore di un simile mondo non esiste. E' così che a vergognarsene può essere ed è, fra tutti gli enti che conosciamo, soltanto l'uomo; o meglio, come mi sembra sempre giusto precisare, qualche uomo. Nella cui vergogna si esprimono e si "depositano" la sua profonda irritazione-indignazione-desolazione per il fatto che il mondo, e lui dentro questo mondo, non siano e non possano essere molto migliori di quelli che sono.

Non so se sono riuscito a portare un po' di chiarezza in più. Ho fatto del mio meglio. Un caro saluto M. Fortunato

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