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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 01-06-2021 alle 12:44

Egregio Sig.Vigo (uso “egregio” nella definizione latina = fuori dal gregge).

Lei è un esempio d’impegno costante nella sua zona, un aspetto per me prevalente su qualsiasi orientamento politico. Tanti altri cittadini che per mille ragioni, restano ai bordi e alla fine non s’indignano ne' reagiscono più alle tante questioni irrisolte o da discutere, anche e soprattutto se si hanno visioni diverse (colgo il commento del Sig. Paolo).

Una resilienza che in questo caso non è positiva, se mai avvelenata dalla rassegnazione e sfiducia nelle istituzioni, non solo nella politica.

Dunque passano gli anni, passano le giunte ma i problemi restano e peggiorano di anno in anno, un degrado progressivo che sfocia nel sociale, perché prende i connotati dell’abbandono (tema generalizzato a tutte le zone di Milano centro a parte, dove il degrado si percepisce in una aiula debolmente curata, fino a definirla inguardabile, naturalmente non generalizzo ne' penso che si debba trascurare una zona della città che è il biglietto da visita).

Si ripresenta il tema del decentramento del potere, dei municipi e del periodo storico in cui bisognerebbe approfittare per proporre una nuova Città (certo non è un argomento nuovo).

Quello che proporrei è un transitorio, una sperimentazione di trasferimento delle competenze e di distribuzione delle finanze verso i municipi che dovrebbero divenire veri e propri centri di gestione dei quartieri, assumendosi maggiori responsabilità ma anche maggiore autonomia e competenze, dunque persone capaci, per un periodo di prova di 10 anni per esempio, in cui si provino metodi di gestione del territorio in un ottica di cambiamento strutturale futuro, dove il Comune di Milano dovrebbe assumere un ruolo diverso all’interno della città, per assumere sempre di più quel ruolo di territorialità previsto per Città Metropolitana, assumere un ruolo territoriale peraltro già previsto ma mai attuato a pieno se non in occasioni speculative dove si doveva far prevalere Milano pro domo sua.

L’era post pandemia, non dovrebbe essere solo l’occasione per definire come vanno spesi i fondi del Recovery found, o del Recovery plan, ma anche per ripensare la gestione della Città, o meglio delle città nella Città, visto che le Zone hanno raggiunto una popolazione media di 166mila abitanti, e che ci sono delle periferie che tendono alla ghettizzazione a causa dell’assenza delle strutture pubbliche e di un controllo capillare, possibile solo se c’è una riorganizzazione dei poteri politici e delle istituzioni a partire dai servizi al cittadino (si badi bene che la città in 15 minuti, pensiero e conio attribuibile ad Anne Hidalgò sindaca di Parigi e non al nostro sindaco uscente, non è attuabile se prima non si dà luogo a questo decentramento reale dei poteri istituzionali).

E’ necessario che tutti noi ci si muova verso il nuovo, anche attraverso una lotta forte (si ricordi: finché l’agnello non diventi leone), ripetuta in ogni occasione dove si possa esprimere la propria opinione, questa è una priorità, perché si rischia di perdere l'onda della rinascita, l'opportunità di cambiamento che darebbe ragione ai tanti intellettuali, su tutti Roberto Vacca, che pensano sia comunque organica la discesa al medioevo post moderno, in cui aumenta il divario tra ricchi e poveri, tra centro e periferia con l’eliminazione della classe media (basti vedere l’housing sociale dove per accedere a un appartamento si deve avere un “Isee” non superiore a…e non inferiore a… con cifre che è meglio non citare per evitare l'ennesima incazzatura, mi si passi il francesismo, dunque ancora un chiaro segnale di mancanza di senso della realtà).

Se non realizzassimo questo cambiamento, non avremo mai un’equalizzazione fluida del benessere a Milano, è impossibile che una persona che non vive nel quartiere, riesca a comprenderne le dinamiche e i problemi a pieno, non bastano, io le chiamo sentinelle, che riportino gli argomenti a chi poi deve rendere conto al "divino" in un ottica di strategia politica.

Dovremo difenderci dalle ingiustizie e l’abbandono con la spada? (figurativo).

 

Gianluca Gennai

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