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Inviato da avatar Massimo Mulinacci il 05-06-2021 alle 14:20
Oggi la giornata dell'ambiente la festeggiamo... no. Gli facciamo la festa o, meglio, gliel'abbiamo già fatta ieri.
La vettabbia è stata inquinata con uno scarico azzurrino grigio dall'odore pungente, che ha ucciso i pesci e probabilmente tutto ciò che viveva in quelle acque.
Questo povero ex fiume nei secoli ne ha viste di tutte e la saga continua.
Una cosa simile è successa nel gennaio 2019, quando dai lavori della MM4 è fuoriuscito un liquido analogo, azzurro e alcalino. Non è un j'accuse, ma una strana coincidenza.
Luca Pastore, un iscritto alla social del Vigentino, passava di lì ieri mattina ed ha fatto un post. Ancora questa mattina ho cercato la notizia un po' dappertutto, ma invano. Tutti impegnati a festeggiare la giornata dell'ambiente? Rammento che è dal 1974 che la si fa, ma va sempre peggio.
Forse è meglio lasciar perdere queste ipocrite celebrazioni.
Ieri ho chiamato il numero verde delle urgenze di ARPA, 800016160 ma la vocetta mi diceva che era inesistente. Così questa mattina. Poi ho avuto una illuminazione, ho chiamato dal fisso ed hanno risposto; erano già usciti ieri, hanno raccolto l'acqua e faranno le analisi. Già che c'ero gli ho segnalato l'anomalia del numero verde; un numero di emergenza 24h24 deve essere disponibile soprattutto dai cellulari.
Lunedì telefonerò all'ufficio relazioni con il pubblico, URP, al 0274872274, aperto dalle 09:30 alle 12:30, così come mi è stato consigliato dall'operatore del numero verde.
 
La Vettabbia è un canale agricolo ed è alimentato soprattutto dalle acque pulite dei navigli milanesi. 
Ogni volta che c'è un inquinamento abbiamo un disastro ambientale e morte di animali acquatici e piante, con morte e rischio di morte per tutti gli altri che si cibano alla Vettabbia.
Abbiamo inquinamento delle sponde e dei campi che sono attraversati dal canale.
Pare poco? sì e no.
Letto due cose e fatti due conti, abbiamo una sanzione che può essere ridotta ad una finestra tra 2700 e 150000 euro se si tratta "solo" di disastro ambientale colposo.
Diamo per scontato che sia accidentale, cioè colposo e che sia "solo" un disastro ambientale.
Non sono un giurista, perciò non vado oltre nelle valutazioni, ad esempio non ho ben capito se il colpevole deve provvedere a sue spese alla bonifica. 
 
Allego giusto due righe dal codice penale, casomai se c'è un avvocato o un giurista, ci dia una mano.

L’Inquinamento ambientale (art. 452 bis del codice penale)Punisce la condotta di chi cagiona abusivamente una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:

Può riguardare una matrice ambientale (acque, aria, porzioni estese o significative del suolo o sottosuolo), un ecosistema nel suo complesso (fiume comprensivo di pesci), la biodiversità, anche agraria della flora e della fauna.

È un reato di evento in senso naturalistico e, pertanto, il reato si consuma con l’effettiva compromissione o con il deterioramento, significativi e misurabili dei beni ambientali specificamente individuati dai legislatori. In mancanza sarà configurabile il tentativo.

La pena prevista per il reato è della reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000.

La pena è aumentata quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette.

Trattasi di reato procedibile d’ufficio e di competenza del Tribunale monocratico.

Tale fattispecie di reato rientra nel novero dei reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. 231/2001, disciplinati dall’art. 25 undecies, prevedendo una sanzione pecuniaria da duecentocinquanta a seicento quote.

I delitti ambientali in configurazione colposa (ART. 452 quinquies)

La norma estende la punibilità relativa ai delitti di inquinamento e disastro ambientale ai fatti commessi per colpa, prevedendo tuttavia una pena ridotta, rispetto a quella prevista per le suddette fattispecie, da un terzo a due terzi. Le pene sono ulteriormente diminuite di un terzo se dalla condotta deriva solo il pericolo di inquinamento o di disastro ambientale. Rientra inoltre nel novero dei reati presupposto della responsabilità dell’ente ex art. 25 undecies, prevedendo la sanzione pecuniaria da duecento a cinquecento quote.

 

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