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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 15-07-2021 alle 12:52

A Milano le scuole per i più piccoli sono un disastro, e non dal punto di vista formativo.

Le scuole pubbliche milanesi, pur offrendo un piano didattico spesso d’eccellenza, sono vetuste, non manutenzionate, tecnologicamente inadeguate, lasciate nelle mani di società di manutenzioni private, spesso non controllate correttamente dall’Amministrazione Pubblica, che certamente lamenta e se ne fa scudo, il taglio dei finanziamenti e l’impossibilità di utilizzare le risorse economiche in conseguenza del patto di stabilità Nazionale.

Quali sono o meglio dovrebbero essere le competenze dei Comuni?

I comuni hanno funzioni specifiche per il funzionamento dei livelli preprimario, primario e secondario di I grado. In particolare, provvedono alla realizzazione, fornitura e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici. Inoltre, si occupano dell'erogazione di servizi quali il trasporto alla sede scolastica, servizio di mensa gratuito o a prezzo ridotto a seconda delle condizioni economiche delle famiglie, concessione di buoni acquisto per i libri di testo, sussidi in denaro, ecc. Questa materia è regolata da norme generali stabilite dallo Stato e da leggi regionali. Inoltre, i Comuni sono competenti per l'istituzione, aggregazione, fusione e soppressione delle scuole e dei piani di organizzazione delle reti scolastiche per i livelli di loro competenza. I piccoli Comuni sono talvolta riuniti, per la migliore gestione dei servizi, in consorzi, associazioni intercomunali e Comunità montane.

Oggi la cronaca ci porta in via Massaua (Zona Washington, Quartiere Ebraico). Un plesso scolastico che dovrà chiudere perché pericolante, dunque 300 bambini dovranno essere ricollocati.

Il punto non è tanto il fatto che una scuola debba essere ristrutturata, il che appare del tutto normale, è che ce ne accorgiamo a luglio, e per giunta senza un piano B, dopo anni di mancati controlli, o peggio dopo ristrutturazioni inadeguate, spesso oggetto di tangenti e guadagni sulla pelle dei più deboli, delle famiglie normali che non possono permettersi Istituti Privati, e spesso non riescono ad affermare i loro diritti di cittadini.

Ci sarebbero altri esempi a Milano da nord a sud, est e ovest, ad esempio la scuola secondaria di I°grado di via Gallaratese "Alda Merini" ex Pareto, in cui si sono iniziati i lavori di ristrutturazione in pieno periodo scolastico, divisi per lotti non sincronizzati, dunque si sono rifatte delle aule ma non il tetto che tuttavia è già stato appaltato, dunque ulteriori proroghe sui tempi di consegna, ancora disagi per i ragazzini e il corpo docente, cose assurde che capitato perché i lavori non sono seguiti correttamente dagli organi competenti, e dunque sono i Dirigenti Scolastici che devono farsi carico di una competenza che non gli spetterebbe, con ricadute sull’organizzazione della didattica, attenuate da un grande impegno del corpo docente ma anche dai ragazzini costretti a fare i salti mortali per ridurre i disagi.

Tutto questo riporta l’argomento a una profonda ingiustizia sociale, che non solo persiste, ma aumenta ed è aggravata dalla condizione sanitaria che si fa particolarmente sentire proprio nelle scuole pubbliche milanesi.

Forse è il caso di ripensare al famoso "Modello Milano" in cui grandi colossi della finanza, si sono impadroniti di pezzi della città, attraverso società ad hoc che si muovo nel mercato immobiliare milanese, con grande disinvoltura  (Hines, Coima, Arexpo, EuroMilano, ecc.), senza essere troppo disturbati dalla "Res Publica", anzi.

Certo Milano, in base all’ultimo censimento, è sempre di più una città abitata da single, sia per motivi personali che per motivi di lavoro, dunque deve certo confrontarsi con una realtà che sembra non veicolare le scelte verso la Famiglia, e soprattutto il modello vincente non è certo l’impiegato o l’operaio, non ha caso il costo della vita è rapportato a una certa classe sociale, in primis il mercato immobiliare, e le scuole pubbliche oramai sono frequentate da bambini e ragazzi spesso provenienti da famiglie indigenti, meno dotate di strumenti di difesa e ancor meno di comprensione delle dinamiche della società milanese.

Il governo recente della Città, tuttavia non il solo responsabile, non ha certo brillato in materia di edilizia scolastica, ma quello che rammarica è che, nonostante l’enorme mole di progetti di edilizia residenziale e building privati, fatti passare come idee rigenerative, ma che in realtà hanno prodotto certamente grossi guadagni economici e lasciato le periferie più o meno com’erano, essendo spesso progetti in zone ex industriali o agricole dismesse, oppure in aree più centrali, non hanno mai subito una pressione politica tale da indurli a un compromesso, ad esempio il dover risanare le scuole milanesi anche se non nella zona da riqualificare, tramite un contributo finanziario, e non è che non esistano gli strumenti giuridici per farlo, servirebbe solo un certo piglio nel perseguire il risultato, soprattutto da parte del primo cittadino, ecco un buon motivo per non votare Sala, l’uomo del fare a prescindere, sempre pronto a dire la cosa giusta al momento giusto: parole/opere/omissioni.

Gianluca Gennai

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