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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 17-07-2021 alle 14:19

Le esondazioni del fiume Seveso sono ancora da risolvere, tuttavia l’Ass. Granelli, si fa vanto di una visione prospettica assolutamente positiva per il futuro dei quartieri milanesi soggetti alle esondazioni sempre più frequenti, omettendo diverse criticità che ricadono sul suo assessorato e sul Sindaco uscente Sala, entrambi molto attivi invece per le opere di restyiling e per presentare alla città dei bei rendering di stupendi quartieri cementificati, nonostante la svolta total green e le molte idee rubate a Anne Indalgo, sindaco di Parigi, messe nel programma Milano 2030 e Milano 2050, con l’obiettivo di raggiungere il target "Milano Carbon free" come se ciò non fosse il desiderio di chiunque sia dotato di un minimo di senso di responsabilità. Il problema non è il fine, ma il mezzo.

Si dirà, servono i soldi per fare e non tutto è ricadente sul comportamento di questo Sindaco. Vero. Qualche volta i soldi ci sono ma sono spesi male (si può dire?) e questa giunta non ha certo dato la priorità all’interesse del cittadino medio, tanto meno a quello sottostante, rispetto alle manovre finanziarie, soprattutto immobiliari, poco inclini al benessere generale (atteggiamento corretto per chi si occupa d’investimenti privati, non molto corretto per chi si occupa del bene pubblico).

Il Comune di Milano in concerto con Regione Lombardia e Città Metropolitana, hanno imposto al Comune di Senago l’accettazione della vasca di laminazione, nonostante un forte dibattito sul territorio, tra istituzioni e cittadini. Tale è stata dichiarata: opera necessaria.

Non credo non si potesse dialogare di più e cercare un punto d'incontro con la cittadinanza, forse perchè il punto d'incontro poteva costare molto di più dei soldi a budget (partiamo dal presupposto che tutto è realizzabile, dipende da quanto si può o si vuole spendere e da quale ritorno politico si possa avere (una metropolitana trova consensi popolari anche se si sforano i costi e i tempi di progetto del doppio, vedi M4).

Sappiamo bene che la vasca di Senago fa parte di un progetto molto più grande come io stesso ho scritto più volte, in cui sono previste diverse vasche di laminazione, sparse sui comuni lambiti dal fiume Seveso, prima del nodo di Palazzolo, punto zero del progetto, ovvero punto in cui la portata del fiume dovrà essere pari a zero.

E' altrettanto vero che le opere di contenimento sono necessarie, ma alla luce dei fatti, analizzando meglio i progetti, sembra si vogliano fare solo quelle opere che non intaccano i diversi Enti e le opere già realizzate ma oggi non sufficienti come lo scolmatore noto con l'acronimo di CSNO che andrebbe raddoppiato in tutta la sua lunghezza, e diversi interventi idraulici nella Città, probabilmente ricadenti sulle finanze comunali.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che il complesso progetto di laminazione, in fase finale, dovrà conseguire una fortissima limitazione delle portate del fiume Seveso, garantendo che si raggiunga una portata di sfioro, dunque le vasche di laminazione, in fase finale, dovrebbero contenere costantemente il livello delle acque entro certi valori, garantendo una quantità d’acqua minima a monte del nodo di Palazzolo, ovvero quasi niente all’imbocco della tubazione alle porte di Milano, in modo da garantire la città per la maggior parte degli eventi considerati normali, nelle simulazioni di progetto (ma non per certi eventi eccezionali in natura poco prevedibili negli scenari di progetto).

C’è da dire che il Progetto esecutivo a firma degli Ingg. Venza e Ghia, è molto ben fatto e dettagliato, sul quale non ho niente da dire.

Proprio nello stesso progetto esecutivo, si descrivono delle opere necessarie in città, in capo all’attuale Giunta Comunale. Tra queste in particolare il consolidamento del Cavo Redefossi da P.zza Oberdan a P.zza Medaglie D’oro, già pianificati in 2 lotti (1, 2), che dovevano già essere cantierizzati in quanto previsti per il 2019, con l’obiettivo di ridare una sezione idraulica pertinente con tutte le simulazioni di progetto, redatte per l’esecuzione delle vasche di laminazione a monte di Milano.

Conclusioni: tutte le opere previste a nord di Milano, peraltro discutibili perché non tengono conto delle alternative che invece dovevano essere contemplate seriamente da Città Metropolitana, Giunta attuale e Regione Lombardia, saranno insufficienti se non si eseguono le opere idrauliche necessarie in città, ad esempio il ripristino della capacità delle tubazioni, tramite rimozione dei sedimenti).

Come sempre, Città Metropolitana a gestione Sala, agisce in nome e per conto del solo Comune di Milano, in apparenza tutelando gli interessi ma sovente senza garantire alla stessa i risultati, sbandierati invece attraverso la stampa compiacente, come certamente positivi, a dispetto degli stessi documenti progettuali (che non legge nessuno o quasi, sembra neanche lo stesso Ass. Granelli).

Gianluca Gennai

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